di Chiara Fabrizi

«Un reparto speciale di rivoluzionari nazionalsocialisti» che «accoglie unicamente guerrieri pronti a morire» e ha «come finalità principale la guerra di razza». Viene descritto così il “Nuovo ordine sociale” «un’associazione, anche se non ancora ufficiale, che cerca e cercherà di mantenere l’ordine pubblico», come si legge nel testo ricevuto il 9 maggio 2018 da Andrea Cavalleri, ventiquattrenne di Savona, arrestato e portato in carcere all’alba di giovedì. “Nuovo ordine sociale”, però, è anche una chat Whatsapp con 38 membri: tra questi anche i due giovani umbri, una diciottenne di Gubbio, all’epoca dei fatti minorenne, e un ventiquattrenne di Castiglione del Lago, entrambi sottoposti a perquisizione domiciliare nelle stesse ore in cui Cavalleri veniva portato in carcere. Alla giovanissima gli uomini della Digos di Perugia hanno sequestrato il cellulare, all’altro sia lo smartphone che il computer ora al centro di esami tecnici per stabilire quale ruolo i due ragazzi abbiano avuto nel Nuovo ordine sociale di Cavalleri e da un minorenne, anche lui indagato: nelle conversazioni i due fanno frequente riferimento alla “Atomwaffen Division”, una rete terroristica neonazista responsabile di atti di violenza negli Stati Uniti.

«Purtroppo si spargerà molto sangue» Il faro sui due principali indagati, che si sono confrontati virtualmente, anche se una volta si sono incontrati a Torino, si è acceso con il canale Telegram “Sole Nero”, creato nell’aprile 2019 e con 484 iscritti, in cui è stato diffuso il documento “Vento bloccato-una chiamata alle armi” nel quale si parla della «dissoluzione del giudeo», della «purificazione della società per ristabilire l’ordine tradizionale» e viene istigato il compimento di atti di violenza di matrice discriminatoria. Nell’opuscolo, visionato o scaricato da 1.800 utenti, perché inoltrato anche in un altro canale Telegram, ossia Meridiano Zero, «gli ebrei solo il male da eliminare prima di chiunque altro», mentre nel capitolo 3 viene espressa la necessità di organizzare vere e proprie milizie paramilitari in diverse città e in più punti si fa riferimento all’addestramento e all’uso delle armi: «Purtroppo si spargerà molto sangue, ma per una buona causa». Per questo secondo il gip del tribunale di Genova, Paola Faggioni, il minorenne e Cavalleri «hanno dato anche vita a un’organizzazione con finalità terroristiche e di eversione dell’ordinamento democratico».

Nuovo ordine sociale Gli umbri perquisiti risultano invece come membri della chat “Nuovo ordine sociale” che a fine 2018 è stata rinominata “Gruppo Fascistone” quando è stato contestualmente anche comunicato che da quel momento in avanti «non sarebbe più stata un’organizzazione comunitaria, ma avrebbe operato in anonimato». La posizione degli umbri è al vaglio, mentre secondo gli inquirenti il minorenne e Cavalleri hanno continuato a discutere l’organizzazione e i propositi del gruppo: in un documento risalente al febbraio 2019 si legge che il “Nuovo ordine sociale” «accoglie unicamente guerrieri pronti a morire solo e per la causa. Guerrieri pronti a tutto con l’unico obiettivo di vincere. Da oggi in poi – diceva il messaggio – saranno reclutate solo persone scelte dall’amministrazione attuale: coi dovuti test, ovviamente. Verso la vittoria».

Superiorità razziale E in effetti è emerso che sarebbe stato predisposto un questionario composto da 30 domande al fine di verificare l’effettiva e totale adesione dei candidati ai requisiti stabiliti per l’ammissione del gruppo, tra cui «Giuri di mantenere il progetto nascosto agli occhi del pubblico e dello Stato democratico corrotto?; Quanto vale la vita di un nemico della razza? Vale più il sangue o il denaro? Cosa pensi degli ebrei e dei degenerati?». Per il gip le domande tendono ad accertare l’adesione all’ideologia nazionalsocialista nella sua accezione più negativa, comprendente quindi le idee di superiorità razziale e antisemitismo, e dalle quali emerge il rifiuto della società moderna, la misoginia spinta fino a giustificare lo stupro e l’uccisione, l’omofobia, nonché la disponibilità a sacrificare la propria vita per la causa: «Serve gente che non ha nulla da perdere».

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