di Fra. Marruco

«Il tribunale di Perugia è alla paralisi. Pensare ad una riforma a costo zero è impensabile perché abbiamo bisogno di personale amministrativo e di spazi», l’accorato appello arriva dal giudice di Perugia Paola De Lisio, consigliere dell’Anm, che oggi pomeriggio ha indetto una conferenza stampa per comunicare al meglio le istanze di Anm e far capire ai cittadini che i magistrati, con i mezzi che hanno, fanno il massimo possibile.

Arrangiatevi «Perché – è ancora De Lisio -non possiamo parlare di servizio giustizia se abbiamo una situazione come quella al tribunale di Perugia dove mancano 50 cancellieri. Accorpamenti e revisioni a costo zero ci stanno portando al disastro. Di fatto, ci hanno detto “arrangiatevi”. E’ per questo che c’è un bisogno assoluto di personale e il ministero deve rendersi conto che oggi occorrono spazi dove esercitare l’attività giurisdizionale». Dai problemi del tribunale ai mali della giustizia italiana il passo è brevissimo. Perché anche qui, come altrove i mali di fondo si ripercuotono sull’esercizio dell’azione penale.

Casucci E’ il segretario dell’Anm dell’Umbria e sostituto procuratore della Repubblica di Perugia Massimo Casucci a spiegare che per loro, il problema principale è quello della prescrizione. Si perché «la difesa si gioca su due binari, quella nel merito e quella a tirarla per le lunghe» e quindi chi viene processato non ha interesse a chiudere velocemente il suo conto con la giustizia. Cosa che magari invece potrebbe accadere se la prescrizione non ci fosse, o se venisse sospesa con l’esercizio dell’azione penale, come in Germania. «In Italia – ha detto ancora Casucci –ogni anno si istruiscono 2 milioni e 400mila nuovi processi civili, in Spagna due milioni e in Germania uno e mezzo. I giudici ne definiscono 2 milioni e 800 mila ogni anno, quindi l’irragionevole durata del processo non deriva dall’inefficienza ma dai grandi numeri che non siamo in grado di reggere».

Formisano E’ toccato al consigliere e sostituto procuratore della Repubblica di Perugia Mario Formisano mettere i puntini sulle “i” sulle questioni delle corporazioni e delle ferie dei magistrati. Formisano ha dunque parlato di «mistificazione nel dire che noi siamo corporazione», perché «non è vero. Io ho vinto un concorso, e ognuno di noi lo ha fatto studiando stando anni e anni sui libri. Noi non siamo amici di qualche politico. abbiamo vinto un concorso per esercitare professione nobile e le ferie non le consumiamo tutte, ma molti le usiamo per scrivere le sentenze». Un’altra mistificazione per il magistrato è quella relativa alla retribuzione.

Depenalizzare Tutti sono concordi nel dire che in Italia ci sono anche tanti reati che altri paesi non hanno e che alcuni andrebbero penalizzati. Ma tutto questo rimarrebbe comunque lettera morta senza il personale necessario. «A nessuno verrebbe in mette di far funzionare una sala operatoria senza ferrista, e senza infermiere – ha detto il  giudice del tribunale di Spoleto Augusto Fornaci – e la giustizia non è fatta solo di giudici, ma è lavoro d’equipe».

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