di Fra. Mar.
Era una vera e propria bomba artigianale quella trovata stamattina davanti alla sede della Banca Etruria di Ponte San Giovanni, in via Manzoni. Dentro il pacco, secondo quanto emerso fino a ora, c’erano alcune lattine con dentro dei chiodi collegate attraverso dei fili a una batteria e del fertilizzante, comunemente utilizzato per gli ordigni artigianali. Il pacco è stato notato stamattina all’apertura degli uffici, sul marciapiede davanti a una delle vetrine.
Sarebbe esploso La banca, come noto, è al centro della cronaca in queste settimane a causa dei tanti risparmiatori che hanno visto sparire nel nulla i loro risparmi. Sul posto sono intervenuti gli artificieri dei carabinieri del comando provinciale di Perugia che hanno fatto saltare il pacco. Secondo gli inquirenti il congegno poteva esplodere da solo: avrebbe avuto un basso potenziale esplosivo, ma sicuramente avrebbe creato danni. Si parla di almeno una fiammata che avrebbe ferito le persone, qualora si fossero trovate a passare di lì in quel momento. I carabinieri del comando provinciale di Perugia stanno indagando per risalire al responsabile di quello che, a tutti gli effetti, viene considerato un atto intimidatorio.
Verini: atto inquietante «Un atto gravissimo – dice in una nota il capogruppo Pd in commissione Giustizia Walter Verini – e inquietante. C’è chi vuole speculare sulle disgrazie e sulla rabbia della gente anche con atti che avrebbero potuto avere pesanti conseguenze. Pur trattandosi di un ordigno rudimentale, tuttavia si tratta di un episodio preoccupante per il valore simbolico che il gesto stesso acquista in un momento di confusione e di perdite economiche da parte di persone ora in sofferenza, su cui governo e parlamento sono impegnati a trovare soluzioni. Quanto accaduto va fortemente condannato e isolato. Siamo fiduciosi che i carabinieri faranno al più presto luce sull’episodio».
Condanna «Condanniamo con determinazione – dicono poi Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – il gesto di protesta avvenuto oggi a Ponte San Giovanni. La rabbia deve essere incanalata nelle giuste forme di contestazione. Va condannata senza se e senza ma ogni forma di violenza», sottolineano le due associazioni, ricordando che saranno in piazza davanti alla Consob il 12 gennaio, alle 10. «Invitiamo i cittadini ad aderire alla protesta pacifica e democratica e di abbandonare ogni intento dettato dalla rabbia, che non porta ad alcun risultato, anzi si rivela controproducente e dannoso». Ferma condanna arriva anche da parte dell’Associazione Vittime del Salva-Banca: «Condanniamo con determinazione – scrivono – tale gesto e qualsiasi altra forma di protesta criminosa. La nostra protesta continuerà nella legalità e nel rispetto delle regole che ci ha sempre contraddistinto».
Paparelli e Flamini «Un atto intimidatorio di inaudita gravità» commenta il vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli. «Non è – scrive – con azioni criminose e vili come questa che si dà supporto a quanti stanno in questo momento vivendo situazioni di difficoltà legate a perdite di carattere economico. Quanto accaduto oggi alla periferia di Perugia desta preoccupazione e rappresenta un fatto gravissimo, lontano dalla cultura civile dell’Umbria. Sono certo – conclude Paparelli – che le forze dell’ordine sapranno fare al più presto piena luce sulla vicenda». Parole di condanna arrivano anche da parte di Rifondazione comunista dell’Umbria: «Auspichiamo – dice in una nota il segretario regionale Enrico Flamini – che le responsabilità vengano accertate quanto prima. La battaglia democratica e pacifica contro un governo e un parlamento sordi e ciechi di fronte al dramma di tanti cittadini deve andare avanti. Per questo saremo alla manifestazione organizzata dalle associazioni dei consumatori davanti alla Consob il 12 gennaio, per questo abbiamo organizzato per il 22 gennaio un’iniziativa pubblica a Gualdo Tadino».
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