di Enzo Beretta

La Corte d’assise d’appello di Perugia ha confermato la condanna inflitta dai giudici di primo grado a Riccardo Menenti. Pena diminuita, invece, da 27 a 18 anni di reclusione, per il figlio Valerio. Entrambi erano accusati dell’omicidio di Alessandro Polizzi avvenuto durante la notte tra il 25 e il 26 marzo 2013. Riccardo è ritenuto l’esecutore materiale del delitto mentre il figlio, la cui pena è stata ridotta di un terzo, è considerato il mandante.

La sentenza I due imputati erano presenti nell’Aula Affreschi durante la lettura del dispositivo da parte del presidente Giancarlo Massei arrivata al termine di una camera di consiglio durata quattro ore. Dalle indagini della squadra mobile di Perugia è emerso che Alessandro Polizzi è stato ucciso con un colpo di pistola durante un’irruzione notturna nell’appartamento di via Ettore Ricci: durante l’assalto è stata gravemente ferita anche la fidanzata del Guerriero, Julia Tosti. Dinanzi ai giudici d’appello sono cadute per Valerio le accusa del tentato omicidio dell’ex fidanzata e l’aggravante della crudeltà.

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Battaglia legale Il sostituto procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne per entrambi gli imputati mentre la difesa aveva sollecitato la riqualificazione delle accuse, da omicidio volontario in preterintenzionale, per Riccardo, e l’assoluzione con formula piena per Valerio. Durante alcune recenti dichiarazioni spontanee Riccardo ha spiegato ai giudici che quella notte aveva deciso di dare una «lezione» a Polizzi per i pestaggi subìti dal figlio.

Le reazioni della difesa Alla lettura del dispositivo Valerio Menenti ha avuto l’impressione di essere stato assolto e dopo un’iniziale e misurata esultanza ha pianto. Il suo legale, Manuela Lupo, ha spiegato: «Non ci aspettavamo un risultato del genere. Tra la conferma della condanna e l’assoluzione è stata scelta la via di mezzo. Ora però aspettiamo di leggere come hanno motivato i giudici». «Siamo sorpresi che non sia stato escluso il concorso nell’omicidio – ha aggiunto l’avvocato Francesco Mattiangeli -. In ogni caso rispetto alla richiesta di ergastolo davanti alla Corte d’assise per Valerio c’è stato un significativo sconto di pena, forse frutto delle incertezze a proposito delle sue reali responsabilità. Per Riccardo invece speravamo di ottenere la concessione delle attenuanti generiche e della provocazione. Certamente faremo ricorso in Cassazione».

Il papà del Guerriero Il padre di Alessandro, Giovanni Polizzi, ha invece detto di essere «soddisfatto, nella misura di un genitore che da tre anni va al cimitero a piangere sulla tomba del proprio figlio. Fa piacere che dopo tanti mesi sia ancora vivo il ricordo di Alessandro per gli amici e le persone che lo hanno conosciuto». Infine l’avvocato di parte civile Luca Maori ha dichiarato di essere «soddisfatto per la sentenza». «Giuridicamente – ha spiegato il legale – potrebbe essere giusto che per Valerio sia venuta meno l’accusa del tentato omicidio di Julia. Per il resto l’impianto accusatorio è rimasto intatto. Credo che Riccardo abbia grosse responsabilità anche per il modo in cui si è difeso, ha sostenuto cose assurde».