Il Colonnello Pier Luigi Felli

Era in albergo, a Terni, con moglie e suocera. Ma alla reception, a chiedere  di F.O., 32 anni, originario di Reggio Calabria e ritenuto responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di armi, detenzione e porto abusivo di armi e altri gravi reati, si sono presentati i carabinieri del Ros e del comando provinciale. E ora si trova in stato di fermo.

Le indagini L’uomo, nipote del capo dell’omonima cosca ‘Bellocco’, e quindi di sua assoluta fiducia, secondo i militari «forniva costante contributo all’attività dell’associazione, eseguendo tutte le disposizioni impartite dal capo-cosca e cooperando con gli altri affiliati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo. Si occupava, in particolare, di reperire le armi (anche da guerra) necessarie alla cosca per compiere le proprie attività delittuose e di occultarle adeguatamente, anche presso la propria abitazione».

I controlli Il fermato, come precisa il comandante provinciale, il colonnello Pier Luigi Felli, «è stato individuato nell’ambito delle mirate attività di monitoraggio che i carabinieri svolgono costantemente e con la massima attenzione allo scopo di prevenire ed arginare fenomeni di infiltrazione e radicamento nel territorio di elementi appartenenti ad organizzazioni criminali di stampo mafioso che gravitano nella zona in relazione alla presenza di propri familiari detenuti presso la locale casa circondariale».

Il carcere F.O., infatti, si trovava a Terni con i propri familiari, per fare visita al suocero, detenuto nel carcere di Sabbione in regime di ‘alta sorveglianza’, per reati connessi alla sua affiliazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso (‘ndrangheta).

L’operazione Il fermo eseguito a Terni si inquadra in una più vasta operazione condotta dai carabinieri su tutto il territorio nazionale, nel corso della quale sono stati eseguiti altri sette provvedimenti di analoga natura nei confronti di altrettanti affiliati alla cosca ‘Bellocco’, della ndrangheta calabrese.

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