di Fra. Mar.
Di fatto non cambia nulla, ovvero Federico Bigotti resta in carcere in virtù dell’ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico perché ritenuto responsabile di aver ucciso la madre Anna Maria Cenciarini, ammazzata a coltellate il 28 dicembre scorso nella loro abitazione di Varesina, alle porte di Città di Castello. Il tribunale del Riesame ha però parzialmente accolto il ricorso presentato dagli avvocati del giovane, Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio, annullando l’ordinanza relativamente al capo B, quello cioè in cui la procura contestava i maltrattamenti in famiglia, per «mancanza di gravi indizi di colpevolezza».
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Il provvedimento I giudici Giuseppe Narducci, Luca Semeraro e Marco Verola, lo hanno deciso a meno di 24 ore dall’udienza che si è tenuta martedì mattina. I giudici hanno inoltre annullato le circostanze aggravanti dei futili motivi e della crudeltà, contestati dalla procura, confermando «la sola circostanza aggravante dell’aver commesso il fatto in danno dell’ascendente». Per questo, il tribunale «dispone formale scarcerazione limitatamente al delitto di cui al capo B ferma restando la detenzione per il delitto di cui al capo A». Di fatto quindi, per il giovane tifernate, che non ha mai risposto ai magistrati, salvo le prime dichiarazioni fatte ai carabinieri nell’immediatezza dei fatti ma dichiarate inutilizzabili, almeno per adesso, non cambia niente. Resterà in carcere, adesso in quello di Piacenza in cui è sottoposto ad accertamenti psichici e poi tornerà a Perugia. Ma l’annullamento delle aggravanti da parte del Riesame avrà certamente risvolti giuridici nel prosieguo del procedimento contro il ragazzo che al padre e al fratello ha detto di aver visto la madre accoltellarsi da sola, di aver provato a fermarla e di non esserci riuscito. Meno aggravanti significa una pena minore e un più facile accesso alle attenuanti generiche.
La situazione La sua versione non è mai stata presa seriamente in considerazione dagli inquirenti, e l’autopsia aveva escluso categoricamente che la donna poteva essersi colpita da sola. Sul suo corpo infatti i medici legali avevano riscontrato un numero molto alto di coltellate, alcune delle quali sferrate con moltissima violenza, e altre in punti in cui da sola non avrebbe potuto. Tra i due i rapporti erano molto tesi perché la madre cercava in tutti i modi di rimettere in pista quel figlio che non voleva uscire dalla sua camera da letto, se non per andare a correre. Non lavorava, non studiava e sognava di fare l’attore. Mentre litigava sempre più violentemente con la madre. Gli inquirenti ipotizzano infatti che l’omicidio possa essere avvenuto al culmine dell’ennesimo litigio tra i due. Visto l’orario qualcuno ipotizza anche che la madre avesse provato a svegliarlo, e lui abbia reagito in quel modo. I parenti hanno infatti sostenuto che Federico dormiva fino a circa mezzogiorno ogni mattina. Mamma Anna Maria è stata uccisa tra le 8 e le 9.30.