di En.Ber.
Patteggia la pena a sei mesi di reclusione un artigiano di 30 anni responsabile della morte di un muratore romeno di 29 anni precipitato dal tetto di un capannone a Gualdo Tadino mentre svolgeva lavori. Secondo la ricostruzione la vittima è precipitata da un’altezza di cinque metri quando si è sfondato il lucernaio. La richiesta di patteggiamento concordata dall’avvocato Guido Bacino con il pm Giuseppe Petrazzini è stata ratificata dal giudice per l’udienza preliminare Lidia Brutti.
L’accusa La Procura ritiene l’imputato colpevole di omicidio colposo, per aver «cagionato» per «negligenza e imperizia» la morte del manovale, «incaricato di svolgere lavori di rimozione della copertura di un capannone, in assenza di un documento di valutazione dei rischi», «di un’informazione circa la valutazione degli stessi e formazione del dipendente». Il trentenne gualdese – nell’ottica accusatoria – ha «consentito che il manovale operasse in condizioni di pericolo per caduta dall’alto, con conseguente caduta dello stesso dall’altezza di circa cinque metri a causa dello sfondamento di un lucernaio privo di protezione».