I tre del commando: Aurel Rosu, Iulian Ghiorghita e Dorel Gheorghita (Foto Troccoli)

di  Francesca Marruco

L’indagine sul delitto di Luca Rosi imbocca la strada dell’incidente probatorio per sentire le due donne diventate super testimoni contro i loro uomini che hanno ammazzato il bancario perugino durante una rapina in villa il 2 marzo scorso. La procura ha infatti chiesto che le due donne vengano sentite con la formula dell’incidente probatorio, in modo da cristallizzare le loro parole che in questo modo diventano prove per il dibattimento. Sarà il gip Luca Semeraro a decidere se concederlo ed eventualmente fissarlo.

Temono per la loro sicurezza Si tratta di Bianca Bengescu e Alina Agache, rispettivamente amica dei tre arrestati e fidanzata di Iulian Ghiorghita, lo spietato uomo che ha colpito Luca Rosi con quattro colpi di pistola perché lui era riuscito a slegarsi e aveva provato a reagire contro i tre banditi che li tenevano in ostaggio in casa del padre di Luca. Scrive la procura della Repubblica nella richiesta di incidente probatorio che «Sono emersi elementi concreti e specifici che inducono a ritenere che le due testimoni possano ricevere minacce per non deporre o deporre il falso. Le due testimoni nel corso delle indagini hanno più volte dichiarato di aver paura nel comunicare le circostanze a loro conoscenza in ordine ai delitti per cui si procede. Esse inoltre temono che gli indagati, anche mediante loro familiari o amici, possano far del male a loro o ai propri familiari».

Accertamenti irripetibili Intanto venerdì mattina alla sede dei carabinieri del Ris di Tor di Quindi a Roma sono iniziati gli accertamenti irripetibili sulla pistola, sui guanti e sul passamontagna ritrovati nelle campagne di Ramazzano dai carabinieri.  Di fatto sono stati aperti i reperti e poco più, le vere analisi verranno fatte in un secondo momento. Anche se, soprattutto per quanto riguarda la pistola appare appurato dopo due confessioni ( quella di Rosu e quella di Ghiorghita) che l’arma che ha ucciso Luca Rosi è quella rubata da Sergio Papa. All’appuntamento era presente solo l’avvocato di Dorel Gheorghita, l’unico arrestato che fino ad ora non ha ancora ammesso le sue responsabilità.

Chiede di essere sentito e riconosciuto Tramite il suo legale Michele Maria Amici ha chiesto comunque anche lui di essere sentito. Magari per raddrizzare il tiro rispetto alla prima versione data. Agli inquirenti ha infatti detto di essere venuto in Italia per comprare dei vestitini per il figlio di due mesi. Di non aver partecipato alla rapina e di essere rimasto a dormire in casa di Bianca Bengescu. Tramite il suo legale avrebbe anche chiesto un riconoscimento, anche se non è comprensibile come possa avvenire visto che in casa Rosi sono entrati coi volti nascosti dal passamontagna.

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