di Fra. Mar.
Il riverbero del terrore scatenato dall’attacco terroristico di Charlie Hebdo arriva anche in Umbria. E, come disposto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, il prefetto Antonella De Miro ha riunito le forze dell’ordine per «intensificare le misure a tutela degli obiettivi sensibili anche a Perugia». Il prefetto di Perugia, già nella giornata di mercoledì, aveva «disposto un immediato innalzamento del livello di attenzione a fini di prevenzione».
Questore «In sede di comitato – spiega il questore di Perugia Carmelo Gugliotta – abbiamo soprattutto messo a punto un piano finalizzato ad individuare e controllare gli obiettivi che potrebbero essere più a rischio, oltre che, uno scambio informativo totale fra le forze dell’ordine impegnate». Perché sicuramente da parte delle forze di polizia, seppur con tutti i distinguo del caso, c’è un’attenzione altissima anche in Italia in questo momento. Consolati e luoghi simbolo della religione potrebbero essere tra gli ‘obiettivi’ sensibili che d’ora in poi saranno sorvegliati in maniera più frequente rispetto al passato. O almeno fin quando non si abbasserà un po’ di stato d’allerta.
Rafforzati dispositivi «Sono stati quindi – recita ancora la nota della prefettura -, allertati e rafforzati i dispositivi di vigilanza e controllo alle categorie di obiettivi indicati nella direttiva ministeriale ed a quelli riconducibili alla Francia ed agli altri Paesi esposti a rischio di atti di matrice jihadista. Inoltre – è ancora la nota stampa – nel pomeriggio di giovedì il prefetto, d’intesa ed in stretto raccordo operativo con questore, comandante provinciale dei carabinieri e comandante provinciale della guardia di finanza, in sede di riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia ha valutato la messa a punto di ulteriori strumenti di pianificazione e programmazione dei controlli ad obiettivi sensibili nonché il necessario rafforzamento di uno scambio informativo volto a garantire una sempre più efficace attività di prevenzione adeguata alle specificità del momento storico».
L’imam E nel pomeriggio anche l’imam di Perugia Abdel Qader, intervistato da Umbria 24, aveva escluso categoricamente l’esistenza di qualche foreign fighter in Umbria, specificando che «nella nostra comunità, anzi in tutta l’Umbria non mi risulta che ci siano né simpatizzanti di qualunque forma di estremismo, né persone andate o tornate da paesi quali l’Iraq o la Siria, perché altrimenti li denuncerei io per primo, se dovessi osservare qualcosa del genere». L’imam ha inoltre condannato l’attentato a Parigi definendolo un «gesto vile, che condanniamo con tutti i mezzi e le parole possibili: quelli che hanno commesso l’atto terroristico non rappresenta altro se non loro stessi, non hanno niente a che fare con i musulmani. Loro non rappresentano l’ Islam, né l’insegnamento del Corano, né quello del profeta Mohamed». «Questi atti terroristici – ha aggiunto – danneggiano noi per primi. Ci soffriamo molto perché è un atto contro di noi, contro la democrazia, contro ogni tipo di convivenza pacifica, ci mette in stato di ansia psicologica, noi condanniamo quanto accaduto».