L'imam Abdel Qader

di Francesca Marruco

«Nella nostra comunità, anzi in tutta l’Umbria non mi risulta che ci siano né simpatizzanti di qualunque forma di estremismo, né persone andate o tornate da paesi quali l’Iraq o la Siria, perché altrimenti li denuncerei io per primo, se dovessi osservare qualcosa del genere». A dirlo è l’imam Abdel Qader, che, all’indomani dell’attentato terroristico di Parigi, accetta di rispondere a qualche domanda.

Gesto vile Quanto a quello che è accaduto nella redazione di Charlie Hebdo, l’imam parla di «gesto vile, che condanniamo con tutti i mezzi e le parole possibili: quelli che hanno commesso l’atto terroristico non rappresenta altro se non loro stessi, non hanno niente a che fare con i musulmani. Loro non rappresentano l’ Islam, né l’insegnamento del Corano, né quello del profeta Mohamed». «Questi atti terroristici – ha aggiunto – danneggiano noi per primi. Ci soffriamo molto perché è un atto contro di noi, contro la democrazia, contro ogni tipo di convivenza pacifica, ci mette in stato di ansia psicologica, noi condanniamo quanto accaduto».

Vignette? non dovrebbero generalizzare L’imam commenta anche le vignette satiriche dicendo che «la grandezza dell’Islam non viene comunque intaccata», «anche se io – ha precisato – non suggerisco a nessuno di offendere l’altro e se uno lo fa deve chiedere scusa almeno, perché anche se c’è libertà di parola, non andrebbe buttata benzina sul fuoco. Quelli che fanno le vignette – ha aggiunto l’imam Qader – sono liberi e a me non fa nessun effetto, però loro devono studiare l’Islam e non devono collegare l’atto terroristico di qualche musulmano con il profeta. Non devono generalizzare, perchè se c’è un mafioso italiano non possiamo parlare di tutta l’Italia mafiosa. Perché noi siamo una comunità pacifica che cerca di vivere e lavorare integrati. Dobbiamo lavorare per accrescere la cultura del rispetto reciproco e del lavoro».

Due estremi Secondo l’imam, esistono «due estremi: quello dei terroristi, che io condanno, però c’è anche l’estrermo di alcuni giornalisti o di alcuni estremisti europei, e noi siamo in mezzo. Siamo noi le vittime, noi musulmani e tutte le persone con una moralità. Perchè da un lato, quando generalizzano offendono tutti i musulmani, e siamo un milione e mezzo, offendono e creano tensione, invece dovrebbero stare attenti a cosa si dice. Dall’altra parte ci sono i terroristi, che non solo sono grandi delinquenti perché uccidono, ma sono anche dei criminali contro i nostri principi».

Isis? Sono il diavolo E se gli si chiede cosa si dice in questi momenti nella sua comunità, l’imam è categorico: «Ho sentito pareri di tante persone della nostra comunità e sono tutti contrari a questi atti che noi tutti condanniamo con forza». Quanto all’Isis, l’imam dice: «Lo ha già condannato tutta la nostra comunità, a livello europeo, nessuno accetta questo stato, anche noi protestiamo perchè non devono essere nominati come lo stato Islamico, perchè sono lo stato del diavolo».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.