di Francesca Marruco

«Ho avuto tempi migliori ma nella vita occorre sempre un po’ di ottimismo. Sono soddisfatto per il motivo che finalmente tutti potranno leggere le carte e ci saranno le occasioni per dimostrare la mia estraneità ai fatti». E’ sereno quando esce dall’aula del gup Luca Semeraro, l’ex sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, indagato insieme ad altre otto persone per associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, concussione e soppressione di atti pubblici. L’inchiesta denominata ‘Trust’,a  poco più di un anno dagli arresti,  è arrivata al suo primo appuntamento in tribunale davanti al giudice per l’udienza preliminare.

In aula Giovedì mattina erano presenti tutti gli imputati in tribunale a Perugia, e durante l’udienza hanno anche annunciato di voler essere interrogati. Tutti. Non c’è nessuno che  non voglia dire la sua e cercare di spiegare ad un nuovo giudice che loro non hanno fatto nulla di male. «Vogliono spiegare l’infondatezza delle accuse che gli sono state mosse. E speriamo che il giudice valuti tutti gli elementi di difesa che fino ad ora non sono stati prospettati », ha detto uscendo  l’avvocato Franco Libori che difende Goracci.  Vanno allo scontro. Hanno dribblato fotografi e cineoperatori e in aula sono entrati l’ex sindaco Goracci, l’ex vice sindaco Maria Cristina Ercoli, Lucio Panfili, Lucia Cecili, Nadia Ercoli, Antonella Stocchi. I nove erano stati arrestati il 14 febbraio dello scorso anno in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le accuse Goracci è accusato, dai sostituti procuratori Antonella Duchini e Mario Formisano, di essere a capo di una presunta associazione per delinquere con le due Ercoli, Cecili, Stocchi, Cappannelli, Cernicchi, Panfili e Cristiano, per commettere «una serie indeterminata di delitti di abuso di ufficio, concussione, falso in atti pubblici, soppressione di atti pubblici», nonché di avere «stabilmente piegato lo svolgimento delle pubbliche funzioni al perseguimento di interessi privati consistenti in vantaggi politico-elettorali, mantenimento delle posizioni di potere e/o sviluppo della carriera, vantaggi economici per se stessi o per soggetti loro legati per vincoli di vicinanza politica, amicizia e sessuali (per il Goracci) con pari ingiusto danno per la collettività, per i dipendenti e i soggetti estranei all’amministrazione ritenuti invisi o ostili al sodalizio che venivano stabilmente posti in condizioni di emarginazione, sfavoriti, danneggiati nello sviluppo della carriera, minacciati, estorti ed ingiustamente penalizzati, in un generale clima di intimidazione e di paura instaurato e mantenuto dal sodalizio all’interno del Comune di Gubbio». La procura nel formulare le accuse ha parlato anche di costante inquinamento delle prove. Goracci è accusato anche di violenza sessuale per aver molestato una dipendente comunale in due circostanze.

Difetti e calendario Giovedì mattina, davanti al gup Semeraro, l’avvocato Ubaldo Minelli, difensore dei principali imputati insieme a Franco Libori, Mario Monacelli, Marco Marchetti, David Brunelli e Marco Brusco, ha rilevato un difetto nella notifica dell’avviso di conclusione delle indagini e nell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare. Il gup, dopo circa un’ora di camera di consiglio, ha accolto l’eccezione e ha rinviato al 18 aprile prossimo per la decisione sull’ammissione delle parti civili. A farne richiesta giovedì mattina in tribunale sono state 12 persone, tra cui una delle principali accusatrici Nadia Minelli, rappresentata dall’avvocato Laura Modena  e il Comune di Gubbio, seguito dall’avvocato Nicola Di Mario.

Giudici rispettosi Nel corso dell’udienza di giovedì mattina, il giudice, sentite le parti, ha anche calendarizzato le prossime date, individuate nel 18 aprile, 9  e 27 maggio. «Una volta c’era una canzone che parlava dei giudici di una  città – ha detto Orfeo Goracci uscendo dall’udienza – speriamo che ci siano giudici seri, attenti e rispettosi, se dovessi guardare la prima parte non posso dare lo stesso giudizio».

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