Prima l’ha molestata a parole, poi è passato alle vie di fatto e a quel punto sono intervenuti due uomini che hanno messo in fuga l’uomo. E’ la scena avvenuta nei giorni scorsi alla stazione di Attigliano, in provincia di Terni, su cui hanno lavorato i carabinieri della stazione di Amelia in collaborazione con il comando provinciale. In manette finisce un nigeriano di 38 anni con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una studentessa 19enne.
I fatti Alla fine del mese scorso, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo, titolare di permesso di soggiorno per asilo politico rilasciato a Treviso, città dalla quale si era però allontanato diventando di fatto senza fissa dimora, aveva avvicinato, all’interno del terminal ferroviario, una 19enne studentessa universitaria amerina, pendolare con Roma. L’uomo ha infastidito la giovane con insistenti approcci di natura sessuale, prima solo verbali per poi passare alle vie di fatto, e fortunatamente è stato messo in fuga dal tempestivo intervento di due uomini che aspettavano lo stesso treno della vittima.
La stanza per le donne Il giorno dopo la ragazza ha sporto denuncia all’interno della ‘Stanza tutta per sé’ del comando provinciale di Terni. Lì ha raccontato tutto, permettendo di dare un’identità al molestatore sessuale. L’aggressore è stato riconosciuto sia dalla vittima che dai due suoi soccorritori, che i militari riuscivano a rintracciare e che confermavano la dinamica. Il preciso quadro probatorio è stato inoltrato all’autorità giudiziaria che ha emesso così nei confronti del 38enne, già arrestato nel giugno 2016 per violenza privata e lesioni commesse ai danni di una donna polacca a bordo di un convoglio ferroviario del Friuli, un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale.
La Lega Nord Sul caso interviene Emanuele Fiorini, capogruppo della Lega Nord Umbria. «Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla giovane vittima di questo episodio. Ci teniamo a ringraziare, poi, le persone che responsabilmente hanno dimostrato senso di civiltà e sono accorse in aiuto della ragazza evitando il peggio. La pena che dovrebbe toccare al nigeriano deve essere severa: revoca del permesso di soggiorno, castrazione chimica e rimpatrio immediato con pena da scontare nel suo Paese. Da quanto apprendiamo da fonti di stampa non sarebbe la prima volta che l’uomo si rende protagonista di tale reato: solo pochi mesi fa avrebbe tentato di violentare un’altra ragazza a bordo di un convoglio ferroviario. Persone come questa non meritano di restare in Italia e soprattutto, in quanto gravati da precedenti penali, non possono circolare liberi sul territorio».