di Massimo Colonna
Confermati gli arresti domiciliari per i sei dipendenti che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre scatta l’obbligo di firma per l’unico che ha risposto al giudice, ossia il lavoratore più giovane. Queste le decisioni firmate dal gip Maurizio Santoloci dopo l’interrogatorio di garanzia per i sette finiti agli arresti nell’ambito dell’operazione ‘Badge in Comune’, fatta scattare dai carabinieri del comando provinciale di Terni dopo l’esposto del sindaco Alberto Falcini.
La decisione del giudice Il gip Santoloci dunque sabato mattina ha sciolto le riserve sulle misure cautelari nei confronti dei sette dipendenti dell’autoparco di Stroncone. Per i sei che hanno scelto la linea del silenzio durante l’interrogatorio di garanzia andato in scena venerdì mattina nelle aule del tribunale di Terni la decisione è stata quella di confermare la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Le repliche Cambia il quadro invece per l’unico che ha scelto di parlare, ossia il dipendenti più giovane. Al giudice lo stesso avrebbe concesso qualche ammissione, replicando invece su alcuni passaggi contestati dalla procura. Sulla sua posizione il giudice ha disposto l’obbligo di firma, attenuando così la precedente decisione dai domiciliari. Decisione che è stata presa in conformità al parere del pubblico ministero che sta portando avanti le indagini, Elisabetta Massini.
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