di Francesca Marruco
Le prime due persone interrogate in carcere stamane a Perugia nell’ambito dell’operazione del Ros Ardire si sono avvalse della facoltà di non rispondere. E’ durato così pochi minuti il primo faccia a faccia tra due presunti anarcoinsurrezionalisti e il pubblico ministero Manuela Comodi che ha chiesto e ottenuto per loro un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Alessandro Settepani e Francesca Paola Iozzi, rispettivamente difesi dagli avvocati Maria Luisa D’Addabbo e Paola Lai. In particolare, l’avvocato Lai ha chiesto al giudice che alla sua assistita vengano concessi gli arresti domiciliari. Il gip Lidia Brutti si è riservata di decidere sulla richiesta.
Si lavora sul materiale sequestrato Per quanto riguarda invece gli altri arrestati, detenuti in altre città d’Italia, gli interrogatori di garanzia avverranno nei prossimi giorni, verosimilmente per rogatoria. Sergio Maria Stefani recluso nel carcere di Rebibbia verrà interrogato domani mattina, stessa giornata in cui verrà interrogata Katia Di Stefano, detenuta invece a Regina Coeli. Intanto gli inquirenti del Ros stanno vagliano il materiale sequestrato durante le oltre 40 perquisizioni di mercoledì mattina. In particolare l’attenzione è rivolta a quegli oggetti trovati in casa di una ragazza a Terni e di uno studente aretino a Bologna. Si tratta di materiale utile, secondo gli inquirenti a costruire ordigni artigianali. Sequestrati anche moltissimo materiale informativo e informatico che i militari passeranno ora al setaccio, perché, come ha detto il generale del Ros Giampaolo Ganzer, «questo è solo il primo passo».
Proteste a Genova Intanto la notte scorsa alcuni anarchici hanno manifestato fuori dal carcere di Genova dove è detenuto Giuseppe Lo Turco. Hanno acceso fumogeni, divelto segnali stradali e intonato cori. La loro protesta è durata circa un’ora. Poi è intervenuta la Digos che li ha identificati tutti e 21. Per loro scatterà la denuncia per danneggiamento e accensione di oggetti pericolosi. Nel carcere di Genova è recluso Giuseppe Lo Turco che verrà interrogato venerdì mattina.
Le reazioni in rete Intanto sulla rete, e nei siti vicini agli anarchici, infiamma la polemica e non mancano insulti e offese al pubblico ministero titolare dell’indagine Manuela Comodi, definita «boia» o «belva» e ai militari del Ros, chiamati «sbirraglia». «In attesa di saperne di più – si legge su Anarchaos.org in una nota firmata dal Comitato 23 ottobre -, facciamo notare che degli 8 arrestati in Italia, ben 4 sono umbri o comunque sono stati anni nella regione. E’ ora che questa regione si liberi di ogni atto di forza, anche e soprattutto se viene da chi lo fa in nome della sicurezza. Non vogliamo più vedere volare all’alba gli elicotteri dei Carabinieri sopra la testa e vedere uomini armati nelle strade. Facciamo appello alle forze di movimento della regione per dire basta alla repressione, l’Umbria non è terra per le azioni militari dei Ros. La crisi ha prodotto reazioni di ogni tipo, proteste di piazza, danneggiamenti contro chi è stato ritenuto responsabile dell’impoverimento, suicidi e perfino sequestri di persona. La caccia all’anarchico è solo un palliativo, servirà forse a rinverdire l’immagine di Ganzer e Comodi, ma non potrà nascondere le reazioni di chi è disperato o ha deciso di dire basta»