L'aereo caduto e Manlio D'Onofrio, il pilota deceduto

di Ivano Porfiri

Un incidente che ha lasciato sgomenti tutti quelli che conoscevano e stimavano Manlio D’Onofrio, il 64enne pilota di Latina che ha perso la vita sabato a Terni. Il suo aereo Experimental è ancora nel campo di grano a poche centinaia di metri dalla pista dell’aviosuperficie di Maratta e verrà smontato e recuperato nei prossimi giorni. Sul corpo del pilota, «molto esperto» riferiscono i colleghi, verrà intanto effettuata l’autopsia per permettere alla magistratura di ricostruire l’esatta dinamica. Ma dell’incidente si parla nel mondo dei piloti.

AEREO CADUTO: FOTOGALLERY – VIDEO

Sconcerto tra i piloti Dell’incidente di Terni si parla sul forum specializzato Vfrflight. Un primo testimone, Camillo75 riferisce alle 18.43 di sabato: «Ho assistito al suo atterraggio a Terni poco prima. Poi sono partito. Temo sia stata una piantata motore poco dopo il decollo. Non so se c’entri il temporale. Credo fosse un aereo di sua progettazione. Comunque experimental. Accidenti. Eppure dalle foto pare abbia condotto bene l’atterraggio di fortuna. Si vede la parte anteriore del cipollino rotta. Che abbiano sbattuto la testa?». Sul tipo di aereo e sull’identità della vittima conferma poco dopo Flak: «Si tratta del Ghibli. La vittima è Manlio». Ettorepistilli precisa: «L’aereo e una loro creatura, ci fu un servizio su volo sportivo, prometteva bene, il motore un subaru, modificato con la doppia accensione».

La dinamica: una ‘piantata’ Più di un utente, ad esempio Werner, obietta sul fatto che, dalle foto, «non sembrerebbe una schianto catastrofico». Ma una spiegazione sulla dinamica la dà Flak.

«Piantata o calo di potenza in decollo, subito dopo staccato. Secondo alcuni l’elica girava, ma non si sa a quale regime. L’aereo ha prima arrancato per prendere quota, poi ha cominciato a perderla. Nessuna comunicazione radio, Manlio era concentrato sull’emergenza. Sono riusciti a passare un primo filare di alberi ma si sono ritrovati davanti la linea elettrica, alta ca. 5/6 metri (stimo io, ma forse qualcosa in più). Sono passati sotto, ma immediatamente dopo l’aereo ha impattato il terreno, spanciando, arrestandosi in tre/quattro metri, o anche meno. Il terreno è coltivato a spighe alte un metro o giù di lì. La condizione del mezzo, la traccia e quanto riportato da chi è intervenuto (interventi quasi immediati, vista la vicinanza alla pista) fanno presumere che abbiano stallato proprio in prossimità dei cavi, da una altezza quindi non superiore ai 3/4 metri. L’impatto è stato piatto, l’aereo si è praticamente arrestato sul posto. Ad uccidere Manlio è stata quasi certamente la decelerazione istantanea, orizzontale e di caduta. A detta dei soccorritori non vi erano segni esterni di lesioni. Credo e spero che non si sia accorto di nulla. Anche il passeggero non ha riportato lesioni gravi esterne.

E’ stato detto che prima della partenza abbiano armeggiato per diverso tempo a cofano aperto, non si sa se per controlli ordinari (era pur sempre un mezzo in fase di messa a punto) o perchè avevano intuito qualche problema. Manlio ha fatto tutto quello che doveva fare in emergenza. A mio avviso è stato tradito dai cavi, che si sono ritrovati davanti , all’improvviso dopo gli alberi. Forse per passare sotto ha dovuto forzare una leggera picchiata e la richiamata conseguente, obbligata data la vicinanza del terreno, senza flusso elica sulle superfici li ha mandati in stallo senza preavviso. Manlio era una gran persona, di una disponibilità unica. E’ un pezzo del nostro mondo che se va».

Ecco come è andata A fare ulteriore luce su quanto accaduto è lucaavio, presente sul posto e tra i primi soccorritori.

«experimental STORM 4 posti, dopo il decollo per pista 27 a circa 2/3 della pista a circa 30 mt di quota stimata l’aereo ha smesso di salire, è proseguito per una frazione di tempo in volo apparentemente livella per poi proseguire in asse pista gestendo la planata. Prima di sparire dietro gli alberi l’elica sembrava girare ancora (non so dire se per effetto trascinamento o per potenza residua). Il pilota non ha riestratto il carrello (secondo me giustamente) ha mantenuto l’aereo in volo planato e in direzione evitando ostacoli. Dopo circa 3 secondi dalla sua sparizione alla vista abbiamo sentito un forte botto; la jeep aziendale dell’antincendio e partita subito arrivando sul luogo in meno di tre minuti, vedendo l’aereo apparentemente integro adagiato sul campo di grano con una persona (il passeggero) appoggiata sulla fusoliera. Non potevamo far altro che constatare il decesso del pilota (al suo posto di pilotaggio con le cinture inserite e con il loro punto di vincolo (il tubo dietro ai sedili anteriori) deformato in avanti di circa 12 cm.

Ad esclusione di una chiacchiera che è circolata insistentemente confermo che , al mio arrivo mettendo in sicurezza l’aereo, ho rilevato i rubinetti del carburante APERTI (li ho chiusi io). Confermo anche che il temporale è stato ininfluente sulla dinamica dell’incidente perché ad est ad almeno 15 km; al momento del decollo il vento era pressochè calmo. Valutazione personale: il pilota ha fatto tutto quello che avrei fatto io nella stessa condizione, rimane un po’ di mistero nella gestione della fase finale prima dell’impatto».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.