Esame di costituzionalità sulla legge 194 (foto F.Troccoli)

Anche gli occhi della Conferenza Episcopale umbra (Ceu) sono puntati sull’esame di costituzionalità della legge 194 sollevato dal giudice tutelare del tribunale di Spoleto, dopo la richiesta d’aborto avanzata da una minorenne senza il consenso dei genitori. Sull’udienza fissata per il 20 giugno davanti alla Consulta, la Ceu parla di «inevitabile riapertura del dibattito» e, soprattutto, della possibilità di arrivare a quella che viene definita «un’autentica novità». Ma andiamo con ordine.

Ceu: «Nessuno considera responsabilità educativa sui minori» In particolare, sono Letizia ed Elio Giannetti, coordinatori della Pastorale Famigliare a proporre una riflessione sulla «responsabilità educativa che definisce la condizione del minorenne» che nessuno, a loro dire, «tiene in considerazione». L’analisi dei coniugi spoletini si sviluppa seguendo tre linee direttrici: «pubblica, familiare e personale».

Il punto di vista «La condizione di minore età – si legge nella nota della Ceu che riporta le parole dei condirettori – è per un uomo o una donna prima di tutto una condizione fisiologica che li colloca come figli, all’interno di un processo formativo-educativo la cui responsabilità è ancora in gran parte dei genitori, condizione che si riverbera almeno su tre aspetti». Ecco l’analisi: «Uno pubblico, in cui i diritti e i doveri nei confronti dell’Istituzione sono molto limitati e comunque soggetti alla tutela dei genitori o di chi ne esercita la potestà. Uno familiare, dove il legame con le figure parentali e con il nucleo familiare è ancora prioritario rispetto agli altri rapporti, e rispetto all’esercizio dell’autonomia decisionale che è ancora in formazione e non sufficiente rispetto a scelte personali che, inevitabilmente, ancora coinvolgono il benessere dell’intero nucleo familiare, oltre a quello del figlio».

Ceu: «Nei figli insufficiente capacità valutativa» E infine: «Il piano personale dove nel figlio prevale ancora un’insufficiente capacità valutativa rispetto ad alcune responsabilità, per cui ne viene limitata l’assunzione per favorire un processo di emancipazione consapevole, nella gradualità. Tale processo, inerente al legame di amore reciproco tra genitori e figlio, si sviluppa secondo una linea educativa che tende a spostare gradualmente col passare degli anni la quota di libertà e di responsabilità dai genitori al figlio stesso. Prima della maggiore età, non solo per motivi giuridici, tale quota è ancora in forza ai genitori: ne sono prova i numerosi doveri che ad essi vengono richiesti nei confronti dei figli in questo periodo».

Ceu: «Sulla 194 potrebbe arrivare autentica novità» L’imminente esame della Corte Costituzionale, fissato per il 20 giugno, viene, invece, letto come: «l’inevitabile riapertura del dibattito che potrebbe attivare un’autentica novità».

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One reply on “Aborto, sulla 15enne di Spoleto Chiesa contro la 194: «Non può decidere un minore»”

  1. La legge 194 è una legge dello Stato,ma dov’e’ la medesima legge di obiezione di coscienza che dovrebbe difendere il sanitario,dal punto di vista morale,etico e anche religioso se questo dà fastidio a qualche intellettuale rossoverde umbro,che tutela il sanitario in tale circostanza.Quando si presentano minorenni minacciose in ambulatorio di notte della guardia medica ,a pretendere la pillola del giorno dopo, con i rispettivi morosini,senza genitori,dove sono gli stessi politici riformisti a difenderci??
    Non siamo anche noi vittime di questa mentalità dell’uccisione di una vita??!!
    PS Non abbiate paura,cara redazione,anche se non pubblicherete questa mia,che darà fastidio a molti!!

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