di Silvia Mirabelli
Approda anche al Los Angeles-Italia film fest il documentario Il custode della memoria, ispirato alla vita di Dino Marinelli, anima della Pinacoteca di Città di Castello.
Film su Dino Marinelli di Città di Castello Il lungometraggio interamente girato in Alto Tevere e diretto dalla Elena Giogli, anche lei tifernate, è stato scelto tra migliaia di opere italiane dalla giuria della manifestazione iniziata il 5 marzo e in programma fino all’11. La presenza del docufilm su Marinelli a Los Angeles è soltanto l’ultimo di una serie di importanti riconoscimenti ottenuti, tra cui il premio alla miglior opera al Festival del cinema indipendente di Berlino e la menzione d’onore al Festival del cinema di Nizza. «Per una produzione indipendente non ci saremmo mai aspettati di arrivare fino al festival di Hollywood» ha detto la regista Giogli, manifestando «grandissimo orgoglio e soddisfazione» per i risultati e riconoscendo che «la magia si è realizzata grazie a quel prodigio che è Dino Marinelli».
Il custode della memoria sbarca a Hoollywood La sua vita è, infatti, di per sé una storia straordinaria. Di origini molto umili, ma dotato di un’intelligenza e di una sensibilità fuori dal comune, Marinelli non è stato soltanto il custode della Pinacoteca, ma ha vissuto quasi un terzo della sua vita da solo all’interno del museo: «Ho quasi 90 anni e circa 25 anni, i più belli, li ho passati qui». Studiando da autodidatta Marinelli è diventato una guida artistica apprezzata, oltreché scrittore e poeta con varie pubblicazioni, riuscendo ad affascinare artisti del calibro di Dario Fo, Roberto Benigni e Massimo Troisi. A sostenerlo in qualche modo in questo percorso eccezionale anche il maestro Alberto Burri, a cui Marinelli era legato da una profonda amicizia: secondo un aneddoto raccontato nel film di Giogli, Burri rimase incantato dalla dedizione con la quale Marinelli spiegava a un visitatore un’opera presente all’interno della Pinacoteca. La stessa che è destinata a incantare anche il pubblico di Hollywood.