Sempre più famiglie in difficoltà

di D.B.

Il nodo dei «cravattari» stringe il collo dell’Umbria. Nel 2011, secondo i dati forniti giovedì mattina da Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l’usura, il numero di coloro che hanno richiesto aiuto è salito del 50%. Centoventi in tutto le domande presentate nell’anno passato, perlopiù da dipendenti o pensionati (40%) e, nel 42% dei casi, da commercianti e artigiani. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che non ce la fanno più a pagare mutui o prestiti mentre il 20%, spiega Bellocchi, «ha pesanti pendenze con Equitalia, a dimostrazione di quanto stia diventando insopportabile il carico fiscale». «Cominciano a essere sempre più frequenti – dice sempre Bellocchi – le famiglie con reddito dell’impiego fisso che non riescono a far fronte agli impegni presi negli anni passati o in cui uno dei componenti ha perso il posto di lavoro».

Aumenta anche il numero delle donne Secondo la relazione del presidente, a mettere in difficoltà i dipendenti è la perdita del posto di lavoro mentre artigiani, commercianti e piccoli imprenditori fanno sempre più fatica a onorare mutui e prestiti. Le richieste di aiuto provengono da tutto il territorio regionale, con la crisi che non risparmia nessun settore: dall’industria all’agricoltura, dal commercio al turismo. «Un’altra novità – ha detto Bellocchi – è che a rivolgersi alla Fondazione è un numero crescente di donne; da loro proviene quasi il 25 per cento delle pratiche trattate lo scorso anno». Anno in cui la Fondazione ha deliberato interventi per 1,2 milioni di euro. Nel 2012 invece, secondo le parole di Bellocchi, potranno essere erogate fideiussioni per un importo «di molto superiore al milione di euro».

Più risorse Sul fronte politico dall’assemblea di giovedì mattina, che ha approvato il bilancio consuntivo 2011 e quello di prevsione 2012, è emersa la volontà di potenziare economicamente la Fondazione, specialmente in un periodo di crisi come questo dove il tessuto economico è più fragile. Uno dei problemi sta nei fondi governativi che la Fondazione non percepisce più dal 2006 nonostante ne abbia il diritto. Un problema che deriva dal contenzioso con il ministero delle Finanze relativo alla vicenda di una consulente infedele, già condannata, a causa della quale non vengono più erogati i contributi nonostante sia stata riconosciuta la correttezza dell’operato della Fondazione. Su qusto versante l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, ha promesso il pressing della Regione nei confronti del Governo.

Le banche non si sottraggano Da palazzo Donini nel corso del 2011 sono arrivate risorse per 371 mila euro, mentre gli altri soci complessivamente hanno versato circa 120 mila euro. Un capitolo, quest’ultimo, che Riommi vorrebbe rimpolpare: «Solleciteremo Comuni, Province ed enti pubblici – ha detto l’assessore – perché adeguino i loro contributi». Uno sforzo al quale non si possono sottrarre le banche: «Convocheremo pertanto una specifica riunione del Tavolo del credito, alla presenza della Fondazione – spiega Riommi -, per sensibilizzare le banche a una più attenta valutazione del problema dell’usura».

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