L’inaugurazione dell’anno accademico
L’inaugurazione dell’anno accademico

di Ivano Porfiri

Per reagire alla crisi dell’università l’ateneo dovrà specializzarsi e aprirsi il più possibile all’impresa privata. E’ questa la ricetta del rettore Bistoni, snocciolata all’inaugurazione del 704° anno accademico. Forfait del ministro Francesco Profumo impegnato nel consiglio dei ministri.

Numeri di crisi A testimoniare la crisi sono le cifre. Tra l’anno accademico 2008/2009 a quello 2010/2011 c’è stato un calo da 32.201 iscritti a 29.815. Sostanzialmente stabili gli immatricolati totali. Gli iscritti ai corsi di dottorato sono passati da 690 a 456.

La protesta Davanti all’ingresso di Palazzo Murena un gruppo di studenti, insieme ad esponenti di Rifondazione comunista, hanno protestato con slogan e striscioni.

Bistoni: «Bisogna reagire allo smarrimento» «Dobbiamo reagire al clima di smarrimento in cui siamo sprofondati e affrontare la realtà con rinnovata determinazione». E’ l’invito del rettore dell’Università degli studi di Perugia nel corso della relazione inaugurale del 704° anno accademico dell’Ateneo umbro. Davanti alla platea di docenti, studenti e ricercatori, Bistoni ha parlato della necessità per l’ateneo di rinnovarsi alla luce delle «sollecitazioni provenienti dalla legge 240» soprattutto per «l’adozione del principio della valutazione delle performances». Lo scopo della recente revisione dello Statuto, ha detto il rettore, è «trasformare l’attuale università generalista in un’università della ricerca».

«Mancano fondi» Per perseguire gli obiettivi scientifici e didattici, quindi, «saranno indispendabili alcune scelte strategiche che inevitabilmente richiederanno nuove e sostanziose risorse finanziarie». Oltre a quelle ministeriali che, ha sottolineato Bistoni, «come è facile intuire non saranno sufficienti all’Ateneo perugino per raggiungere gli obiettivi che si prefigge, è indispensabile reperire altre risorse economiche». Per fare ciò «sarà indispensabile, oltre alla ricerca pura, anche quella rivolta all’innovazione e alla produttività. Solo a quelle condizioni infatti l’Ateneo perugino potra’ richiamare l’attenzione delle aziende e delle industria sia regionali che nazionali e attrarre nuove e più significative risorse dall’esterno». Accanto a ciò il rettore ha richiamato la necessità di procedere a «processi di razionalizzazione».

«Rafforzare Terni» Il legame con le aziende servirà all’università ma anche all’Umbria: «Di questa necessità – ha detto Bistoni – c’è consapevolezza a tutti i livelli, come attestano i recenti accordi stipulati con la Regione, la Confindustria e altre istituzioni locali». Infine, Bistoni ha sottolineato la volontà di restare a Terni. «E’ indispensabile – ha specificato – consolidare la presenza dell’università nell’area ternana, attraverso l’istituzione di laboratori di ricerca e di sviluppo capaci di dare nuovo impulso all’attività industriale».

Ministro Profumo: «Serve ottimismo» Ha disertato per altri impegni il ministro dell’Università, Francesco Profumo. In un messaggio inviato ha però invitato all’«ottimismo nelle nostre capacità e nei nostri valori». «La ricerca scientifica, la formazione e il capitale umano – ha affermato il ministro nel messaggio diretto al Rettore e letto nell’aula magna dell’Ateneo – costituiscono oggi le fonti primarie della ricchezza umana e materiale delle nazioni nonché il motore della crescita del paese. Per questo – ha proseguito – il ministero è impegnato in una forte azione di recupero della competitività del sistema della ricerca italiana nel contesto internazionale attraverso il completamento del percorso dell’autonomia responsabile avviato dal professor Ruberti con la legge del 1989 e dei meccanismi di valutazione, semplificazione e abilitazione».

«Atenei di qualità» Secondo Profumo, «abbiamo bisogno di atenei di qualità, di studenti motivati, di ricercatori e docenti in grado di integrarsi al meglio nella ricerca europea e di un sistema paese capace di competere ai grandi progetti comunitari. La formazione – prosegue il messaggio – è tutto nella maturazione di una persona, nella crescita di una classe politica dirigente onesta ed efficiente, nello sviluppo di un paese come comunità nazionale». «Coraggio allora – ha concluso Profumo -, siamo tutti chiamati a fare del nostro meglio: i professori, gli studenti, i decisori pubblici insieme possiamo ridare all’Italia il prestigio che merita».

Marini: «Ruolo fondamentale» In un momento caratterizzato da difficoltà economiche e riduzione di risorse, Regione e Università devono proseguire sulla strada della collaborazione reciproca, «integrando interessi convergenti», scommettendo sulle possibilità e potenzialità aperte, e tenendo vivo quel «clima di fattiva collaborazione», che fino ad oggi ha prodotto tanti risultati concreti. È quanto è emerso dall’incontro fra la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il rettore dell’Università di Perugia Francesco Bistoni. «L’Università – ha detto Marini – può giocare un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico delle imprese, che richiedono questo modo di lavorare per portare avanti ricerca e innovazione». Bistoni ha ringraziato la presidente, esprimendo apprezzamento per «il clima di profonda comprensione stabilitosi fra Regione e Università, un clima – ha aggiunto – che ha sempre dato fattivi e concreti risultati».

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