Nuova riunione delle Rappresentanza Sindacali Unitarie per fare il punto della situazione in casa Ast. Al termine dell’incontro le Rsu hanno diramato una nota in cui esprimono la propria contrarietà in merito all’atteggiamento «di chiusura da parte della direzione aziendale». Una nota che arriva con un timing particolare, visto che giovedì 24 settembre si terrà l’incontro tra Lucia Morselli, amministratore delegato del gruppo di Viale Brin, e Susanna Camusso, segretario generale Cgil.
Totale chiusura «Le Rsu di Ast – si legge nella nota – registrano la totale chiusura da parte della direzione aziendale ad affrontare e riconoscere problematiche oggettive persistenti in alcune aree dello stabilimento come più volte da noi evidenziato. Problematiche sempre più evidenti e pericolose per la sicurezza dei lavoratori e per la tenuta in un periodo medio-lungo del sistema produttivo e economico aziendale».
Clima di pressione Per le Rsu l’attenzione deve essere spostata, oltre che sul raggiungimento degli accordi produttivi stabiliti a Roma, anche sulle condizioni dei lavoratori. «Non è più accettabile – scrivono – rimandare un confronto che nega diritti acquisiti e riconosciuti ai lavoratori da accordi vigenti e dal contratto nazionale, questioni queste che nulla hanno a che vedere con interpretazioni di rilancio rispetto all’accordo di Roma. Non è più accettabile il clima di pressione esistente all’interno dello stabilimento che non permette di svolgere serenamente l’attività lavorativa. La non chiarezza dei limiti di ruoli, responsabilità e procedure hanno e potrebbero compromettere posti di lavoro e generano effetti che potrebbero ingessare l’attività produttiva».
Produzione ok Per le Rsu dunque il problema non è il raggiungimento dei livelli produttivi, ma le modalità con cui tali obiettivi vengono raggiunti. «Prendendo atto che l’andamento produttivo va nella direzione del rispetto dell’accordo del Mise, ribadiamo che tale risultato, se raggiunto, è in gran parte riconducibile al sacrificio dei lavoratori che vanno a sopperire alle inefficienze tecnico-organizzative aziendali. Le limitate manutenzioni e il mancato approvvigionamento di materiali primari stanno compromettendo l’efficienza e l’efficacia impiantistica. Lo stress al quale sono sottoposti tali impianti può favorire il raggiungimento dell’obbiettivo, ma nello stesso tempo non traguarda la prospettiva futura rischiando di far trovare l’intero sito produttivo in condizioni di non poter più produrre, con tutti i rischi sulla sicurezza e incolumità per i lavoratori».
Non solo management Nell’ottica del raggiungimento dei risultati produttivi dunque secondo le Rsu sono da considerare anche altri fattori, come «mancati soldi spesi per le manutenzioni e investimenti, centinaia di lavoratori in meno, riduzione salariale, situazione delle ditte appaltatrici, mancata sostituzione di figure professionali. Inoltre sarebbe interessante conoscere l’entità delle consulenze presenti nello stabilimento ed il contributo fattivo delle stesse al raggiungimento degli obbiettivi».
Niente straordinari «Le Rsu a fronte di quanto detto hanno da subito sollecitato la ripresa di un confronto per concludere il percorso avviato. Invitano tutti i lavoratori a non dare più la disponibilità a ore straordinarie fuori da quelle previste dal contratto nazionale e denunciando qualsiasi situazione a rischio».