Un’ottantina di bisognosi a cui ogni giorno vengono offerti pasti caldi. Anche qui, nella mensa San Valentino di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese ha voluto segnare l’avvio dell’anno giubilare, varcando simbolicamente la porta della struttura della Caritas diocesana.
Vescovo Piemontese alla mensa Caritas Ad attenderlo alcune decine di persone in forte difficoltà e i volontari che ogni giorno cucinano e servono le pietanze, ma anche il direttore Claudio Daminato, il presidente dell’associazione San Martino, Francesco Venturini, il vicesindaco Francesca Malafoglia e il presidente della Fondazione Carit, Mario Fornaci: «La porta della mensa non è una porta santa in senso stretto – ha detto il presule – ma è certamente una porta della misericordia che ci rimanda a Dio e alla nostra condizione di fratelli, al dovere di aiutarci e sostenerci gli uni con gli altri».
«Da da mangiare agli affamati è la prima opera di misericordia» Il vescovo Piemontese ha quindi ricordato come Papa Francesco nell’indire l’Anno Santo abbia voluto mettere al centro della considerazione le opere di misericordia corporali e spirituali: «La prima delle opere di misericordia corporale è ‘dar da mangiare agli affamati’ – ha aggiunto il vescovo – che è la condizione essenziale dell’esistenza, insieme alla serenità interiore e alla speranza. Venendo qui a Terni ho visto una grandissima ricchezza di generosità, di persone disponibili a servizio degli altri e in questo luogo si vede ancora di più l’avvicendarsi di persone che mettono da parte il loro impegno per servire i fratelli senza pretesa».
L’esortazione a far di più per soluzioni dignitose In questo senso un ringraziamento speciale è andato ai volontari: «Il vostro è un segno di misericordia, amore e solidarietà anche se quello che il volontariato cattolico fa è qualcosa che sovviene a questa necessità ma non risolve la povertà che sta asfissiando gran parte dei fratelli anche a Terni. Per questo – è stata l’esortazione del vescovo Piemontese – chiedo l’impegno di tutti affinché si arrivi a una soluzione dignitosa per tante persone perché alla base di tutto ci deve sempre essere fraternità e di amore, ossia ciò che Gesù è venuto a seminare a Natale nei nostri cuori e che tutti sentiamo, un sentimento di compassione».