di Marta Rosati
«La Regione ci accusa di gettare odio addosso alle istituzioni, ma fanno tutto da soli». Si alza un applauso dalle centinaia persone che riempiono il tratto di viale della Stazione sotto gli uffici della prefettura. Fabio Neri del comitato No Inceneritori sta pronunciando il suo discorso prima di far partire il corteo che porterà fin sotto a Palazzo Spada, sede del Comune.
Il corteo Almeno trecento persone hanno preso parte all’iniziativa organizzata dal comitato per fare il punto della situazione sulla loro battaglia contro i processi di incenerimento dei rifiuti in città. «Noi non siamo allarmisti – ha spiegato Neri nella prima parte del suo discorso – vogliamo la verità e la giustizia. Anche perché il processo sull’Asm sta finendo in un nulla di fatto».
Il ruolo della Regione Neri poi spiega la propria versione sul comportamento della Regione Umbria, intervenuta nei giorni scorsi proprio sull’ipotesi di altri rifiuti diretti verso Terni con lo Sblocca Italia. «La Regione si arrampica sugli specchi quando si giustifica dicendo che ha dovuto comunicare al ministero come stanno le cose. Inoltre ci accusa di gettare odio addosso alle istituzioni, ma in realtà fanno tutto da soli. Il nostro obiettivo è convincere le istituzioni che la città vuole chiudere con l’incenerimento».
Il 14 febbraio nuovo evento «Il gioco della Regione – ha spiegato Neri – è questo: diranno ‘abbiamo vinto’ perché non si farà un nuovo inceneritore, ma in realtà non era previsto. Bensì faranno bruciare a Terni altri rifiuti e se la venderanno coi governatori di altre regioni dicendo loro ‘ti ho salvato, potevano bruciare da te’». Tutti temi che si approfondiranno anche in una nuova manifestazione organizzata dal comitato per il prossimo 14 febbraio, «in nome dell’amore per la città».
In Regione Della questione inceneritori si è parlato intanto anche questa mattina nel question time, dopo l’interrogazione a risposta urgente presentata dal consigliere regionale del M5S Maria Grazia Carbonari, che chiedeva «quali misure intende porre in essere la giunta per potenziare il trasporto pubblico regionale e locale, quali per ridurre il traffico e l’inquinamento da Pm10 e a fronte di criticità ambientali e sanitarie ormai ampiamente certificate, in che modo e entro quale termine la giunta intenda revocare le concessioni all’incenerimento dei poli Acea e Tozzi Holding di Maratta, evitando l’insediamento di un terzo inceneritore in Umbria così come previsto dal governo Renzi».
La replica della Cecchini L’assessore Fernanda Cecchini ha spiegato che «gli inceneritori incidono per l’1 per cento e quelli attuali operano per concessioni rilasciate dalle Province. Gli impianti debbono agire nel rispetto delle prescrizioni in essere. Noi abbiamo detto no in tutte le sedi alla previsione di ulteriori impianti. Il tema è dare piena attuazione al piano regionale rifiuti che non prevede di bruciare rifiuti in Umbria. C’è bisogno di un cambio di passo: comuni e cittadini devono fare la loro parte. Se noi rispondiamo agli obiettivi del piano saremmo assolutamente fuori scala perché l’impianto previsto dal Governo avrebbe bisogno di 130 mila tonnellate e noi arriveremmo a 60 mila. Dobbiamo individuare azioni robuste e serie per i Comuni, per i soggetti gestori e per gli ambiti per avere le carte in regola per poter affermare che questa Regione può evitare di bruciare semplicemente dando attuazione al piano dei rifiuti che è stato aggiornato solo pochi mesi fa».
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