Oltre cento rappresentanti tra mondo sociale, associazioni, pubblica amministrazione e professionisti, hanno preso parte al convegno organizzato in Bct per lanciare poi il corso di formazione sulla ‘Gestione condivisa dei beni comuni’. Il tutto tramite la Sibec, Scuola Italiana Beni Comuni ideata da Labsus, Euricse e Università degli Studi di Trento e con la collaborazione di Comune di Terni, Regione Umbria, Anci Umbria, Scuola Umbra Amministrazione Pubblica, Cesvol, Legacoop Umbria, Università degli Studi di Perugia e Confcooperative Umbria.
Cento iscritti Il convegno di venerdì è stato così il punto di partenza di un percorso che arriverà poi, intorno a metà marzo, ad un percorso formativo vero e proprio, strutturato in sette lezioni in aula con anche un’ulteriore giornata di follow up per monitorare i progressi e gli esiti di eventuali sperimentazioni, per un totale di 64 ore di corso.
Il vicesindaco «Si tratta di un appuntamento molto importante – ha spiegato la vicesindaco Francesca Malafoglia nel suo intervento – che mette in evidenza innanzitutto la grande collaborazione tra Regione e Anci, che ha permesso di cogliere il bisogno di innovazione su questo fronte espresso dai Comuni negli ultimi anni. Questo approccio permette inoltre di avere una articolazione regionale della Sibec, e il fatto che ad ospitare questo evento sia Terni, ossia una città che storicamente è attiva dal punto di vista della partecipazione dei cittadini e che punta forte sul decentramento politico e amministrativo, rappresenta un segnale forte sulla volontà di arrivare a nuove forme di relazione tra pubblico e privato per una nuova fase di sviluppo della città».
Gli obiettivi All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, anche il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli, Andrea Bernardoni di Legacoop Umbria, Carlo Di Somma di Confcooperative Umbria, Lorenzo Gianfelice del Cesvol Terni e Pierluigi Grasselli dell’Università degli Studi di Perugia. Particolare attenzione dedicata dunque al ‘regolamento sull’amministrazione condivisa’, che rappresenta la base normativa necessaria per la gestione dei beni comuni, «grazie al quale – è stato spiegato – il cittadino non solo diventa protagonista nella cura e nella manutenzione dei beni pubblici, ma altresì permette alla pubblica amministrazione di recuperare e valorizzare i beni pubblici sottoutilizzati o inutilizzati».