di Chiara Fabrizi
«La presentazione ufficiale dell’Accademia delle Belle arti di Spoleto è il giorno più bella della mia avventura amministrativa a Spoleto». Così l’assessore alla cultura Gianni Quaranta esordisce a Palazzo Mauri, che da novembre ospiterà le lezioni della scuola privata e dove mercoledì mattina sono confluite una cinquantina di persone per conoscere i dettagli del progetto curato dalla Knacademy di Rovereto. Al suo fianco il direttore artistico Silvio Cattani e il responsabile delle relazioni internazionali Francesco Gallo, mentre in sala non è passata inosservata l’assenza del sindaco Fabrizio Cardarelli e di altri esponenti dell’amministrazione comunale. La posizione di Quaranta in giunta è in bilico da tempo, ma negli ultimi giorni l’ipotesi si è fatta più concreta: «Quello che so l’ho letto dai giornali – ha commentato a margine lo scenografo premio Oscar – personalmente non ne so nulla né il sindaco mi ha informato di alcunché».
Quaranta: «Tra i prof anche Storaro e Pescucci» Ma l’aria non è delle migliori, tant’è che in apertura l’assessore alla cultura mette in chiaro le motivazioni che oltre due anni fa lo hanno spinto ad accettare la proposta di Cardarelli: «Io non sono qui casualmente è bene che gli spoletini lo sappiano – dice – è dal 1968 che frequento assiduamente questa città perché ho sempre lavorato al Due Mondi col maestro Gian Carlo Menotti. Per intendersi – ha raccontato – ero a Spoleto nel 1973 con Andy Warhol e Roman Polanski, che poi quella è stata anche l’edizione del Due Mondi in cui ho esposto come pittore. Sono legato a questa città ed è immensa la gioia di essere riuscito a gettare le basi per l’Accademia delle Belle arti, assicurando agli studenti docenti di primissimo piano, come i premi Oscar Vittorio Storaro e Gabriella Pescucci. Voglio poi dire – ha concluso – che Spoleto con l’avvio di questo progetto formativo ha la possibilità di chiudere il cerchio della filiera culturale che qui vanta il Lirico Sperimentale e il Festival, oltre a generazioni di maestranze che vantano una qualificata esperienza, perizia e professionalità che non deve andare perduta, ma la città ha anche l’occasione di giocarsi una carta importante per la rivitalizzazione del centro».
Cattani spiega l’Accademia delle Belle Arti di Spoleto A entrare nel merito della proposta formativa, che prevede indirizzi triennali in Scenografia e costume, Cinematografia e Arte e ambiente è stato il direttore artistico Cattani: «Le Accademie ha spiegato fanno parte dell’alta formazione e sono parificate alle Università, prevedendo anche un biennio di specializzazione. Per ora partiamo coi piedi per terra e iniziamo dal triennio con un’offerta molto attraente che ambisce a sviluppare anche scambi internazionali con realtà analoghe. Scenografia e costume è il corso di studi cardine dell’Accademia – ha spiegato – perché con dati certi è stato appurato che c’è una forte domanda di formazione e anche un’importante prospettiva occupazionale. Cinematografia è molto collegata al primo indirizzo, mentre Arte e ambiente offrirà una visione ben più ampia dei tradizionali corsi di design». Il riconoscimento del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) non c’è e in questo senso è già stato attivato un contenzioso: «Noi siamo un’impresa sociale, ossia una realtà privata senza scopo di lucro – dice Cattani – abbiamo presentato un’accurata richiesta al ministero nel febbraio scorso ma ancora non abbiamo risposte, nel frattempo a giugno è stata emanata una circolare che prevede il riconoscimento dell’Accademia dopo tre anni di attività. L’obiettivo è compiere questo passaggio formale ma voglio precisare che allo stato attuale è importante soltanto per chi intende insegnare, fermo restando che le Accademie statali si assiste frequentemente a lezioni con oltre cento studenti, qui non andremo oltre i 25».
La sfida Sul fronte degli iscritti attualmente risultano una trentina di manifestazioni di interesse, la gran parte delle quali arrivate da Spoleto, Foligno e Terni, anche se a Palazzo Mauri ad assistere alla presentazione c’è anche la mamma di una diciottenne di Budapest che sta valutando se far studiare la figlia in città. «Abbiamo attivato – spiega Gallo – una serie di contatti con realtà tedesche, statunitensi e del Sud-Est asiatico con l’obiettivo di favorire esperienze internazionali. Il costo annuale dei corsi è di 4.300 euro e per il primo anno non sono previsti test di ammissione, se poi arriveranno più di 75 studenti vedremo come gestire». Nel pomeriggio di mercoledì a Palazzo Mauri si è svolto il primo open day con gli studenti per illustrare i dettagli dei piani di studio «che ricalcano sostanzialmente quelli di altre Accademie di Belle arti» ma quanti saranno i giovani che decideranno di scommettere sull’offerta formativa proposta a Spoleto lo si capirà soltanto alla fine del mese, ossia a ridosso dell’avvio delle lezioni.
@chilodice