di Chia.Fa.
«L’amministrazione comunale fornisca un aggiornamento sulle crisi aziendali della città nell’ambito di un consiglio comunale aperto alla cittadinanza». Questa la richiesta del gruppo consiliare del Pd di Spoleto dopo l’ennesima emorragia occupazione piombata sul territorio, precisamente in Cementir dove si è aperta la procedura di mobilità per 21 lavoratori sui 96 in organico.
Pd attacca la giunta Cardarelli Il principale gruppo di opposizione non manca, poi, di attaccare duro la giunta comunale accusata di «rimanere immobile di fronte ai gravissimi eventi e segnali che continuano a provenire dal mondo delle aziende locali e dai sindacati». La stoccata è diretta in particolare al sindaco Fabrizio Cardarelli a al consigliere delegato Zefferino Monini «che – dicono i consiglieri Pd – non sembrano più disposti a occuparsi né difendere le decine di lavoratori della nostra città che rischiano il posto, dalla recente Cementir fino alla ex Pozzi». Ad accendere la miccia sono i 21 esuberi della Cementi dove giovedì i lavoratori della cava hanno incrociato le braccia otto ore: «Nonostante le numerose crisi aziendali – dicono i consiglieri dem – in consiglio comunale non c’è alcuno sforzo per le politiche attive del lavoro, quando invece per aumentare la tasse, acquistare apparecchi per multare i cittadini e bloccare il lavoro delle commissioni si tagliano pure gli iter amministrativi».
Chiesto consiglio comunale aperto sul lavoro E poi: «Possiamo comprendere – va avanti il gruppo guidato da Dante Andrea Rossi – che non si disponga delle risorse sufficienti per cercare di integrare i redditi dei lavoratori delle aziende in crisi, ma noi siamo convinti che il tempo sia un bene forse molto più prezioso del denaro, a differenza della giunta Cardarelli che dopo due anni lo sta ancora sprecando per beghe e organizzazioni interne. Così – scrivono – mentre in Umbria l’occupazione sale, a Spoleto affonda tra Cementir, ex Pozzi, Ase, Be Enterprise e Panetto&Petrelli». Infine la richiesta: Il sindaco fornisca un aggiornamento puntuale e preciso in aula convocando una seduta aperta alla cittadinanza, spiegando tutte le iniziative che il Comune sta intraprendendo sia ai fini di tutela dei lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali che sul fronte del rilancio dell’occupazione, magari con particolare riferimento a quella giovanile».
M5s: «Se chiude la cava addio cementeria» A intervenire sulla vicenda Cementir anche il M5s con una nota firmata dal senatore Stefano Lucidi, la deputata Tiziana Ciprini e la consigliera Elisa Bassetti: «Esuberi con mobilità ma nessun riferimento alla tempistica e sulle garanzie e tutele per quei lavoratori e per quelle famiglie. La Cementir – scrivono i Cinque stelle – punta il dito contro la cava riducendo di colpo tutte le maestranze ma questo significa togliere completamente la materia prima a tutta la produzione di Spoleto. L’azienda Cementir di Caltagirone deve fare invece esattamente il contrario, ossia fare chiarezza sulle tempistiche di attuazione del piano e sul futuro dello stabilimento. Proprio in questi giorni sarebbe dovuta ripartire la linea produttiva ma senza cava non si capisce come questo possa avvenire. Neanche è immaginabile che si possa acquistare fuori la materia prima e come questo possa garantire di abbattere i costi di produzione. Quindi al momento buio completo sul futuro della cementeria, ma il M5s non farà sconti, soprattutto su alcuni temi fondamentali, tutela dei lavoratori e delle famiglie, tutela dell’ambiente e NO categorico a ipotesi di incenerimento di CSS per abbattere i costi energetici».
@chilodice