Da sinistra Sardella, Martone, Pierini, Mencarelli (foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

Laboratori nella casa di reclusione di Maiano per realizzare il merchandising dei siti Unesco della rete Italia Langobardorum. Studio archivistico ma anche percorsi museali per raccontare il secolo e mezzo durante il quale la Rocca albornoziana ha ospitato il carcere di Spoleto. E la disponibilità a definire un percorso di recupero sociale di quattro detenuti da impiegare per le manutenzioni e il decoro del parco della Rocca.

Firmata l’intesa: fotogallery
Rivoluzione Rocca con quattro milioni

Patto tra Rocca e carcere di Maiano C’è questo nel patto siglato tra il direttore del polo museale umbro e della Galleria Nazionale di Perugia, Marco Pierini, e il provveditore per l’Amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria, Giuseppe Martone, che giovedì mattina si sono accomodati nella sala Eugenio IV del complesso monumentale insieme alla direttrice del Museo del Ducato, Rosaria Mencarelli, e quello della casa di reclusione di Maiano, Luca Sardella. «C’è la volontà – mette subito in chiaro Mencarelli in apertura – di cambiare l’idea stessa del museo, da luogo di conservazione chiuso come spesso viene percepito a luogo di inclusione aperto a tutti nella convinzione che avvalendosi della cultura, nel caso musealizzata, si possano migliorare i propri percorsi di vita».

Recuperare la memoria Tanti quelli visti dalla Rocca che con l’intesa tenta anche di scoperchiare il passato più recente, quello da penitenziario attraversato tra il 1814 e il 1982, vivendo l’Unità d’Italia e i due conflitti mondiali. Ampia l’attenzione che il polo museale sembra intenzionato a riservare a quei 150 anni di storia, custoditi proprio nella casa di reclusione di Maiano in archivi che aspettano solo di raccontare le storie di carcerieri e detenuti del castello di Spoleto: «La Rocca vuole mantenere via la propria memoria – spiega il direttore Pierini – senza lasciarsene sopraffare, ma allo stesso tempo aprirsi a tutta la società, interagendo con tutti, in questo il protocollo ha un valore straordinario».

Futuro ai detenuti L’intesa di validità triennale piace naturalmente anche all’Amministrazione penitenziaria col provveditore Martone che si è detto «particolarmente felice del nuovo protocollo e degli orizzonte che apre perché – ha detto – siamo impegnati qui e ora a far funzionare le cose così come esistono e in una stagione segnata dalla difficoltà economica siamo impegnati fortemente in attività di contatto con altre amministrazioni pubbliche». Presente anche il vicesindaco Maria Elena Bececco che ha commentato: «Non possiamo che accogliere con entusiasmo questo accordo e ricordare come anche il Comune ha siglato un’intesa per l’attività di recupero sociale che ha avuto ottimi risultati». E altri se ne attendono.

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