Rosi, Buconi e i rappresentanti dell'Adoc

Ci sono il sostegno alle vittime e un pacchetto di interventi di recupero degli stalker (ove ciò sia possibile) al centro della proposta di legge presentata mercoledì a Perugia dai consiglieri regionali Massimo Buconi (Psi, primo firmatario), Maria Rosi (Pdl) e Roberto Carpinelli (Psi). In particolare secondo il ddl stilato dall’Adoc, i cui vertici nazionali e locali erano alla presentazione del testo, viene proposta l’istituzione di un centro anti-stalking in ogni Asl che «garantisca misure di sostegno e supporto psicologico per le vittime di stalking e per gli stalker», oltre ad un osservatorio regionale per monitorare il fenomeno, promuovere campagne di sensibilizzazione ed informazione e che funga anche da luogo di confronto tra gli operatori.

La legge In più si prevedono corsi anti-stalking che abbiano l’obiettivo di fare formazione sul fenomeno dal punto di vista psicologico, normativo, delle opportunità di prevenzione e tutela e di autodifesa personale. Da ultimo si propone la promozione della stipula di protocolli d’intesa con l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine per definire «strumenti di contrasto del fenomeno anche mediante il coinvolgimento di soggetti del pubblico o del privato sociale». Ai Centri anti stalking spetterà, qualora la situazione lo richieda, l’avvio di interventi di supporto psicologico, la segnalazione alle autorità di polizia locale e l’avvio di progetti di recupero degli stalker, anche attraverso l’attivazione di interventi integrati mediante il coinvolgimento di organizzazioni senza fini di lucro.

Fare sistema L’osservatorio regionale svolgerebbe invece attività di consulenza nei confronti degli organi regionali, delle associazioni od enti privati e delle aziende sanitarie che adottino progetti o che sviluppino iniziative per le finalità della legge. «Non si tratta – ha detto Buconi – di una proposta che vuole difendere degli interessi ma recuperare attenzione sui diritti civili, e sulla tutela dei cittadini più deboli». «Da qui nasce l’esigenza di una legge regionale che metta a sistema le iniziative che esistono e stimolare la sensibilità delle istituzioni affinché facciano la propria parte. Non puntiamo a burocratizzare le questioni relative allo stalking – ha evidenziato – ma ad attivare iniziative tempestive (non possono passare mesi prima che qualcuno si occupi della denuncia) e coordinate tra più soggetti pubblici e privati, tra ambiti sociali, sanitari e repressivi. È importante stabilire chi fa il primo passo, non deve essere la vittima ad avere la potestà di azione».

Rosi: violenze inaccettabili Rosi ha poi sottolineato che «ogni giorno ci troviamo di fronte a notizie di casi di stalking che sfociano nella morte delle donne. Si tratta di violenze inaccettabili che colpiscono in modo particolare le giovani e che richiedono un intervento delle istituzioni in supporto delle vittime. Dobbiamo insegnare alle donne a non restare in silenzio e a denunciare le aggressioni. Opportuno anche l’accento sulla figura del stalker, per tentare una cura e un recupero sociale di persone che probabilmente hanno subito a loro volta violenze e stalking». I rappresentanti dell’Adoc hanno invece parlato della crescita degli episodi di stalking in ambiti condominiali, con un incremento del 25% in Umbria. In molti casi, è stato detto, i casi non vengono percepiti dall’esterno come episodi gravi mentre invece creano continuo disagio e prostrazione nelle vittime.

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