Il sindaco di Pietralunga è lapidario: «A Pietralunga non ci sono le condizioni per un centro di permanenza per rimpatri». I cosiddetti Cpr, per i quali, anche la Regione Umbria sta provando a individuare una sede. A Mirco Ceci, primo cittadino, è arrivata voce che tra le varie location, verrebbe presa in considerazione anche quella di Pietralunga, precisamente nella nota proprietà confiscata alla mafia, attualmente gestita dalla cooperativa Paneolio, di recente utilizzata da Libera per i ‘campi antimafia’ che hanno visto la presenza di numerosi ragazzi e, in generale, con una vocazione ludico – ricreativa – formativa, atteso che è utilizzata anche per convegni, centri estivi e iniziative culturali.

«Sono solo voci – spiega Ceci – non sostanziate da nulla. Quindi non confermate dalle istituzioni e prive di ogni fondamento circa i presupposti per la realizzazione di un ipotetico Cpr. Nell’ordine: il bene è in mano a un privato e quindi indisponibile per l’amministrazione comunale. In secondo luogo la zona non è servita. Mancano servizi fondamentali intanto di collegamento viario, secondo di garanzia di ordine pubblico, terzo di natura sanitaria. Poi ci sono una serie di vincoli ambientali che tali sono per il cittadino e, tali, credo rimangano per altri soggetti e che non consentirebbero neppure l’alloggiamento di strutture quali container o simili. Infine non ci sono né servizi elettrici né idrici».

I Cpr andrebbero realizzati in ogni regione (12, Umbria compresa, quelle dove al momento non ci sono) e nel Cuore verde, stando a quanto trapelato, tra le ipotesi c’è anche l’area ex Spea di Narni Scalo, recentemente acquistata da Unicusano e messa a disposizione nelle scorse ore dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. In generale la struttura dovrà essere lontana dai centri abitati, facilmente perimetrabile e sorvegliabile. La capienza sarà tra 50 e 200 persone e la sorveglianza continuerà a essere affidata alle forze di polizia. I Cpr secondo il decreto approvato sono stati inseriti tra le «opere destinate alla difesa e alla sicurezza nazionale», come le basi missilistiche e navali, le caserme, i poligoni, i depositi munizioni.

«La prefettura – ha spiegato ancora il sindaco di Pietralunga – contattata direttamente da me mi ha smentito l’ipotesi che si stia considerando questa proprietà per la realizzazione del Cpr».

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