di Danilo Nardoni
Hanno sottolineato come sia stata una piazza quattro Novembre, nel centro di Perugia, «piena, come da tempo non si vedeva» e primi «confortanti dati» sulle adesioni dei lavoratori allo sciopero Cgil e Uil in occasione della manifestazione regionale che si è svolta venerdì nell’ambito dello sciopero per chiedere di alzare i salari, difendere pensioni e sanità pubblica ed estendere i diritti, ma soprattutto contro la manovra del governo Meloni.
L’agitazione è stata accompagnata da una mobilitazione nella piazza principale del capoluogo umbro, riempita di bandiere dei due sindacati.
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE DI PERUGIA
IL NO DELLA CISL: «NELLA MANOVRA ANCHE COSE BUONE
I temi Sciopero indetto per contrastare una manovra finanziaria che, è stato sottolineato dal palco allestito accanto alla Fontana Maggiore, «non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici e lavoratori, non dà alcuna risposta all’emergenza salariale, peggiora la legge Fornero in materia di pensioni, affossa ulteriormente una sanità pubblica già in ginocchio». Numerosi gli interventi, soprattutto con testimonianze di lavoratori di tutto il sistema produttivo umbro e non solo: sanità, trasporti, metalmeccanica, appalti, commercio, cooperazione sociale, ma anche studenti. Ad aprire gli interventi è stata la segretaria generale di Cgil Umbria, Maria Rita Paggio. «Da troppi anni – ha sottolineato – il salario dei lavoratori è diventato povero, ora e in Umbria ancora di più. C’è anche il tema delle pensioni e della salute, diritti costituzionali che non vengono oggi garantiti in Italia e nella nostra regione. Vogliamo risposte e le vogliamo vere».

Diritto di sciopero Inevitabile anche il richiamo al diritto di sciopero. «Non ce lo faremo scippare – ha sottolineato Paggio – e il ministro Salvini non pensi di intimidirci perché lo sciopero è un diritto costituzionale e nessuno può permettersi di toccarlo». Questione su cui si è soffermato anche Santo Biondo, della segreteria nazionale Uil. «Il governo e il ministro possono precettare lo sciopero attaccando incostituzionalmente i lavoratori ma non possono fermare le piazze» ha detto.
IN PIAZZA ANCHE GLI STUDENTI: «REGIONE CI ASCOLTI»
Disagio «Il disagio sta montando – ha detto ancora Biondo – rispetto alla legge di bilancio che non investe su sanità e istruzione e non dà speranza ai giovani, sacrifica il mondo del lavoro e rinnova al ribasso i contratti del pubblico impiego, taglia sulle politiche sociali. Siamo qui per questo ma siamo qua per un motivo in più, per il diritto di questo paese a dissentire e a scioperare e lo vogliamo dire qua a Perugia e nelle tante piazze italiane che seguiranno. Andiamo avanti nella speranza di costruire un paese che lotti veramente sulle disuguaglianze».
Adesione In Umbria quindi l’adesione allo sciopero generale è stata «oltre alle aspettative», come ha voluto sottolineare anche il segretario generale di Uil Umbria Maurizio Molinari. «Forse chissà, Salvini ci ha fatto un assist – ha detto – e ci ha aiutato ancora di più. Resta il fatto però che la finanziaria penalizza pensionati e mercato del lavoro, l’economia stessa del Paese. Quindi siamo qua in una piazza piena che da tanto tempo non vedevamo ed è questa la più grande soddisfazione».
VIDEO – A PERUGIA STUDENTI E LAVORATORI IN PIAZZA
Acciaierie Per quanto riguarda le acciaierie di Terni, l’adesione è stata intorno all’80 per cento: «In termini di produzione, il 90 per cento degli impianti è fermo – spiega il segretario della Fiom Cgil di Terni, Alessandro Rampiconi – e nell’area a caldo ne contiamo solo uno su dodici che sta marciando. Lo sciopero per i lavoratori dell’indotto ha raggiunto invece una percentuale di circa il 70 per cento. In un’altra grande industria di Terni, la Faurecia, l’adesione è stata dell’85 per cento».
Messaggio chiaro «A primo impatto – ha aggiunto il segretario generale della Camera del lavoro ternana, Claudio Cipolla, che ha partecipato alla manifestazione regionale di Perugia – lo sciopero è andato molto bene anche a Terni e nel territorio. Questa mattina, come Cgil, eravamo in 350 a Perugia, con cinque pullman pieni giunti da Terni, Narni/Amelia e Orvieto, oltre a diverse auto private. Abbiamo contato numerose adesioni dagli ambiti della sanità, della scuola, dei trasporti. Il primo bilancio è sicuramente importante e il messaggio al governo è partito chiaro anche dal nostro territorio».