Un medico al lavoro

È un atto di diffida quello inoltrato alcuni giorni fa a presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, assessore alla Sanità Luca Coletto e direttore generale dell’Usl Umbria 2 Massimo De Fino. L’iniziativa porta la firma dello Spi Cgil di Narni e Amelia: «Con la presente – si legge nella lettera – si torna a sottolineare il grave problema relativo alle liste di attesa sia per le prestazioni diagnostiche sia per visite specialistiche. Si evidenzia la difficoltà di poter usufruire delle prestazioni nelle strutture presenti nei Distretti di residenza o perlomeno nel territorio della provincia, con indicazione di presidi a molti chilometri di distanza, in particolare in direzione del territorio perugino. A ciò si aggiunge la ormai nota carenza e/o assenza di risposte, con tempi così lunghi che costringono gli utenti a rivolgersi al ‘privato’ 0 alla rinuncia delle prestazioni in caso di non disponibilità di mezzi finanziari propri».

Spi Cgil In questo quadro non può che rilevarsi una oggettiva situazione di estrema gravità, lesiva dei diritti dei cittadini che dovrebbero essere garantiti dal Sevizio Sanitario Nazionale. Tanti lamentano che in occasione di visite specialistiche o strumentali riscontrano molto spesso personale medico sottoutilizzato e in contemporanea sale di attesa vuote o semivuote, nonostante in molte strutture siano presenti strumentazioni per la diagnostica acquistate di recente con costi rilevanti. Tale situazione appare contraddittoria e inaccettabe, frutto probabilmente di carenze organizzative e di criticità nel rapporto fra le prenotazioni e le capacità operative dei servizi e del personale. Inoltre – rileva il sindacato dei pensionati – la nota situazione della carenza di medici sul territorio e la grave situazione del Pronto Soccorso nei nosocomi, aumenta un potenziale rischio per la salute di molti cittadini. Siamo insomma di fronte a gravi e inaccettabili carenze che mostrano inottemperanza a specifici doveri dei soggetti preposti, con situazioni omissive produttive di disservizi e danno economico per le istituzioni e gli enti interessati. «Vi invitiamo pertanto – si legge a margine della lettera a provvedere con immediatezza a quanto di vostra competenza e a dare riscontro entro trenta giorni con l’assicurazione dell’adempimento rispetto a quanto richiesto, considerando la presente quale formale atto di diffida e costituzione in mora, con riserva di procedere nelle sedi opportune anche per quanto concerne la competenza della magistratura contabile».