di Maurizio Troccoli
Sembra una matassa ingarbugliata fino al punto di strozzarsi quella relativa al progetto del Turreno. Una partita culturale, dai connotati di un match burocratico, che finirà per diventare una sfida politica.
A che punto siamo Quel piano di rilancio richiesto dalla città, finanziato dalla Regione e affiancato dalla fondazione Cassa di risparmio di Perugia, non riesce a prendere il volo, rischiando di bloccare anche il resto dei soldi «di Agenda urbana (risorse stanziate per opere in città ndr.)», come denunciato dai consiglieri Pd del Comune di Perugia.
VIDEO IL TEATRO TURRENO COME E’ OGGI
TURRENO: DOV’E’ L’INTELLETTUALITA’ NUOVA
Nessun passo in avanti In questi giorni si sono fatti più passi nel vuoto che in avanti. Che lasciano tutti fermi sulle stesse posizioni. Innanzitutto non si è riunita la Commissione tecnica, composta da membri del Comune, della Regione e della Fondazione, a cui è dato il compito di trovare una soluzione, convocata lunedì e rinviata al lunedì successivo. Poi, in Consiglio regionale, i consiglieri di maggioranza, Giacomo Leonelli e Attilio Solinas, hanno interrogato l’assessore Regionale Fernanda Cecchini, per provare a capire, da un lato quale sia il problema dell’immobilismo, dall’altro quale la possibile soluzione.
TURRENO, IN GIOCO SOLDI E POSTI
Procedure da rifare Dal comune di Perugia viene dichiarato che «si è a lavoro per trovare una soluzione». Tradotto si sarebbe a lavoro, da un lato sul progetto e sui soldi e dall’altro in seno alla commissione tecnica per sbrogliare il groviglio di procedure probabilmente non del tutto azzeccate. Tenuto conto che quelle messe in piedi risalgono al vecchio codice degli appalti che prevedeva un sistema misto pubblico privato più agevole.
«ALMENO 1200 POSTI E CONCORSO DI IDEE»
I conti, in maniera semplice L’attuale codice sopraggiunto, invece, scardina i piani e prevede che se il pubblico e il privato devono compiere insieme l’operazione allora il privato deve investire il 70% delle risorse. Tenuto conto che il progetto per il Turreno pensato dalla commissione tecnica costerebbe pressapoco 4milioni e 600 mila euro, significa che il privato eventualmente interessato avrebbe dovuto investire circa 3milioni e 200 mila euro. Il Comune non è in grado di individuare un finanziatore di queste dimensioni e tanto meno lo sarà in futuro, è lecito prevedere. Il ‘bon ton’ istituzionale dell’assessore Regionale porta a concludere: «Non eravamo nelle condizioni di procedere e quindi si dovrà farlo con altre azioni e profili».
Ecco le possibilità in campo Ora, premesso che il Turreno è stato acquistato dalla fondazione con promessa di donazione per un terzo alla Regione e per due terzi al Comune, Cecchini sottolinea che «la Regione mantiene gli impegni con 1,5 milioni di euro quali risorse recepite nel quadro dell’Agenda urbana e ulteriori 1,5 milioni da fondi per attrattori culturali». Quale strada allora? Quella di abbandonare il sistema misto pubblico privato e andare verso un finanziamento tutto pubblico del progetto. Facile a dirsi ma non a farsi. Visto che il progetto costa 4milioni 600mila euro, in questo caso ne mancherebbero 1milione e 600 mila all’appello che deve mettere il Comune e che, visti i segnali, non ha. Resta l’opzione quindi dello «stralcio funzionale». Tradotto: procedere a tappe, ma è evidente che la parte prevalente sarebbe «a carico della Regione». Ecco perchè Cecchini dice: a quel punto «il patto iniziale non vale più».
Twitter@MauriTroccoli