di Daniele Bovi
Tre milioni di euro, più interessi. Questa la cifra al centro dello scontro tra Provincia di Perugia e Umbria mobilità a suon di carte bollate, con primo round previsto il 2 febbraio 2017 di fronte al Tribunale civile di Perugia. Tutto inizia alla fine del luglio scorso, quando il presidente della Provincia (ente che è tra i soci di UM) Nando Mismetti ha preso carta e penna e ha scritto all’azienda per chiedere la restituzione del prestito concesso nel 2012. Nei mesi roventi di Umbria Mobilità, quelli iniziati nell’estate di quattro anni fa con la gravissima crisi di liquidità che ha finito per azzoppare la neonata società unica dei trasporti (finita poi nelle mani di Busitalia-FS), tra mille polemiche e dopo un lungo dibattito in consiglio, la Provincia decise di dare il via libera a un prestito ponte da 3,6 milioni di euro. Soldi che dovevano contribuire al normale funzionamento dell’azienda in quei mesi difficilissimi.
Rate non pagate L’accordo era chiaro: l’azienda avrebbe restituito tutto in 12 rate mensili da 300 mila euro a partire da luglio 2014; il problema però è che UM ha pagato solo due delle rate concordate. E così nel luglio scorso Mismetti ha scritto a UM chiedendo la restituzione entro cinque giorni dei tre milioni oltre agli 87 mila euro e rotti di interessi maturati fino alla fine di giugno. Di soldi però non ne sono arrivati, anzi: pochi giorno dopo l’azienda di fronte all’intimazione dell’ente ha deciso di opporsi e di portare il caso di fronte al Tribunale civile del capoluogo umbro. Le motivazioni addotte da Umbria mobilità sono molto semplici: quelli della Provincia di Perugia, sostiene il legale della società, essendo crediti dovuti a un socio sono «postergati», cioè possono essere pagati dopo che sono stati soddisfatti altri creditori, come ad esempio le banche.
I crediti romani Un nodo che sarà sciolto dai giudici tra qualche mese. A garanzia di quel prestito UM concesse in pegno le azioni Sipa (per un totale di 2,8 milioni di euro) che il Comune vendette anni fa a Umbria mobilità ed è proprio questo il paracadute che può aprire la Provincia: in caso non arrivassero i soldi, si procederà proprio con la vendita delle azioni della società che gestisce i parcheggi e le strisce blu del capoluogo umbro. Nel frattempo però una buona notizia per l’ormai ex azienda unica dei trasporti c’è. Pochissimi giorni fa infatti è stato siglato l’accordo con il consorzio romano Cotri tpl, cioè uno dei maggiori debitori di Umbria mobilità nell’ambito di quella partita sui crediti romani che ha tagliato le gambe all’azienda. Cotri, dopo una trattativa lunga e complessa, si è impegnata a restituire 30 milioni di euro in 50 rate mensili (a cifre crescenti) a partire proprio dalla fine di ottobre. Sempre che il consorzio rispetti gli impegni presi, ossigeno puro per le casse esangui di UM.
Twitter @DanieleBovi