di Daniele Bovi
Investimenti fino a un massimo di 100 mila euro per migliorare sotto diversi aspetti i 13 punti vendita, più formazione per il personale, un sistema di controllo della gestione più preciso e puntuale, l’assegnazione ai direttori di un budget mensile da raggiungere e nuovi servizi. A 42 anni dalla nascita l’Afas, ovvero l’azienda che per conto di palazzo dei Priori gestisce le farmacie comunali, si dota di un piano industriale triennale che guarda al 2017 dandosi due macro-obiettivi: miglioramento della fruibilità e della funzionalità delle sedi così come dell’empatia del personale. A presentare il documento, martedì alla sala Sant’Anna di viale Roma, i vertici di Afas insieme al sindaco Adrea Romizi, al presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano e ad alcuni consiglieri regionali e comunali.
Obiettivi ambiziosi «Ci siamo posti obiettivi ambiziosi – ha detto il presidente Virgilio Puletti – e servirà spirito di squadra per raggiungerli». Tra gli obiettivi ambiziosi c’è anche quello di «diventare – ha spiegato il vice presidente Federico Ricci- un modello replicabile di azienda pubblica, aumentando anche la ‘felicità interna lorda’ di dipendenti e clienti». L’orizzonte al quale il piano guarda è quello di una farmacia sempre più del territorio, integrata con le strutture pubbliche e le famiglie, specializzata in determinati settori merceologici; un punto di riferimento a metà della strada che va dall’alta specializzazione ospedaliera alle cure domiciliari. Di ogni punto vendita sono stati analizzati fattori di forza e di debolezza, con alcune caratteristiche comuni a tutti come l’invecchiamento della popolazione, minore capacità di spesa, scarso potere d’acquisto per quanto riguarda gli stranieri e assenza in moltissimi casi di parcheggi.
Il piano Partendo dal presupposto che la prima impressione è fondamentale, verrà riorganizzato il cosiddetto layout, ovvero il percorso tra scaffali ed espositori che porta il cliente verso il bancone. L’esposizione dovrà essere più «razionale e scientifica», con prodotti esposti ad esempio a seconda delle patologie o degli apparati da curare. Gli investimenti più consistenti (tra i 10 e i 20 mila euro) riguarderanno, nel triennio, il punto vendita di via della Pallotta, di San Sisto e di Madonna Alta. Tutte e tre saranno oggetto di un restyling, mentre la prima si potrà specializzare nella cosmetica e nei prodotti per lo sport, la seconda nella cura e nel benessere degli anziani e la terza (il cui laboratorio galenico verrà potenziato) nelle medicine naturali.
Specializzarsi Per tutte le altre gli investimenti andranno da un minimo di tremila a un massimo di cinquemila euro. A San Marco andrà rafforzato il Cup, dato che il vicino centro di salute non fa questo servizio, l’Emisfero potrà diventare punto di riferimento per il cibo senza glutine, quella di Pila per i prodotti per la cura degli animali, quella di Olmo per cosmetici, integratori sportivi e prodotti naturali. La parafarmacia del Santa Maria invece avrà al centro i prodotti per le neo mamme e i loro bimbi, mentre il punto vendita di San Feliciano potrebbe concentrarsi su quei settori legati al territorio, come il turismo. Entro il 2017 sono previste poi altre due aperture (all’aeroporto di Sant’Egidio e all’interno del centro commerciale di Collestrada), delle quali si parla da tempo.
Budget annuale Nel 2015 si darà vita ad un’altra indagine per capire qual è l’opinione dei clienti, e nel corso del tempo ai direttori verrà assegnato un budget annuale da centrare, con controlli effettuati ogni mese per apportare, in caso di scostamenti, tutte le correzioni del caso. Altro capitolo centrale è la formazione per il personale (51 farmacisti e 31 commessi), che prevederà oltre a specifiche tematiche di settore anche le tecniche di vendita. L’azienda inoltre proseguirà nella sua politica di promozioni, tra sconti (come il latte artificiale ceduto a prezzo di costo o articoli legati alle stagioni) e una tessera sulla quale si potranno caricare punti che daranno diritto a premi. Tra i nuovi servizi, Afas sta pensando anche alle analisi di laboratorio, come quella del sangue con la lettura di 15 valori a 15 euro, alla consegna dei prodotti a domicilio, alla telemedicina, all’installazione di una cabina per la dermocosmesi, altre campagne di prevenzione e, per alcuni punti vendita, più ore d’apertura.
I numeri Quanto ai numeri, il fatturato dovrebbe passare dai 16,8 milioni del 2015 ai 17,5 del 2017, con un risultato d’esercizio da 15 mila a 35 mila euro. Nel corso del tempo complessivamente i clienti sono aumentati, passando dagli 819 mila del 2012 agli 898 mila del 2014, con 2,6 milioni di pezzi venduti contro i 2,2 milioni del 2012. Le ricette trattate invece sono cresciute da 487 mila a 601 mila, mentre si registra un calo per le prenotazioni, dalle 61 mila del 2012 alle 58 mila del 2014. Strategie e numeri che secondo i vertici di Afas mandano in soffitta il dibattito a proposito di quale modello sia migliore tra quello pubblico e quello privato: «Non è questo il centro – dicono all’unisono Puletti e Ricci – si tratta di un dibattito superato. Servono onestà e serietà per raggiungere gli obiettivi e una gestione dell’azienda ottimale, performante e tecnicamente perfetta».
Twitter @DanieleBovi