«Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede, ho terminato la corsa, sono arrivato e sono nella pace». Con queste parole si è congedato dai suoi amici mons. Luigi Stella, parroco emerito di San Raffaele Arcangelo di Madonna Alta di Perugia, tornato alla Casa del Padre questa mattina 12 dicembre, dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale. «Ieri pomeriggio aveva ricevuto la visita di molti dei “suoi” ragazzi con i quali, fino all’ultimo, aveva scherzato – racconta don Alessio Fifi, successore di don Luigi nella guida della parrocchia –. Si è spento serenamente e ci mancherà molto a noi sacerdoti, ma soprattutto ai suoi amici e parrocchiani. Aveva instaurato, in più di mezzo secolo di sacerdozio, un legame fortissimo con tanti di loro, al punto che ha chiesto di essere sepolto nel cimitero cittadino di Ponte della Pietra dove riposa la gran parte dei suoi parrocchiani. Don Luigi era un uomo dalla fede incrollabile, dedito alla parrocchia da lui vissuta come luogo di incontro e di ascolto dove poter avvicinare giovani e adulti “lontani” alla preghiera e alla liturgia per la quale aveva una grande passione. Era molto sensibile alle persone in difficoltà e, nel costruire il complesso parrocchiale di San Raffaele Arcangelo nella seconda metà degli anni ’60, volle riservare un adeguato spazio al servizio della Carità insieme al Centro pastorale e aggregativo».

Il cardinale La notizia della morte di mons. Stella è giunta subito al cardinale Gualtiero Bassetti, che si è raccolto in preghiera ed ha espresso il suo profondo cordoglio e quello dell’intero Clero diocesano alla famiglia e alla comunità parrocchiale che il sacerdote scomparso ha servito per oltre cinquanta anni. Il cardinale ha ricordato quando lo scorso 2 maggio don Luigi e ad altri sacerdoti perugini accompagnati dallo stesso porporato, in occasione del loro cinquantesimo di sacerdozio, avevano celebrato la messa insieme a papa Francesco a Santa Marta.

I funerali Le esequie di mons. Luigi Stella si terranno nella chiesa parrocchiale di Madonna Alta martedì 13 dicembre, alle ore 14, presiedute dal cardinale Bassetti insieme al vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti e ai sacerdoti della città. La camera ardente sarà allestita nella stessa chiesa, sempre martedì, a partire dalle ore 10.

La sua vicenda terrena Mons. Luigi Stella era nato il 2 ottobre 1932 a Montone (Pg) e, dopo il compimento degli studi teologici presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi, fu ordinato presbitero il 4 settembre 1965 nella cattedrale di Perugia. Dall’ottobre 1966 al dicembre 2013 è stato parroco di San Raffaele Arcangelo. Papa Giovanni Paolo II l’ha nominato ‘Cappellano di Sua Santità’ con il titolo di monsignore.

Il sacerdozio Quella di don Luigi Stella è stata una vocazione ‘giovane-adulta’, giunta dopo il conseguimento della laurea in Scienze agrarie, l’abilitazione all’esercizio della professione di agronomo e l’insegnamento di Scienze naturali alle scuole superiori. Il suo rettore di Seminario, il compianto vescovo Carlo Urru scrisse di don Stella: «Ha saputo armonizzare lo studio della Teologia con l’insegnamento delle Scienze al Liceo».

Il ricordo Nella storia dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve si tratta della seconda vocazione adulta durante gli anni del Concilio Vaticano II, come ricorda il suo amico di Seminario Minore di Perugia mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale dell’archidiocesi. «Con don Luigi la conoscenza e l’amicizia risale alla prima metà degli anni ’60 – racconta mons. Scarabattoli –, con l’inizio dei suoi impegni in Diocesi, provenendo dall’esperienza dell’Azione cattolica e dalla collaborazione con due splendide figure di sacerdoti: mons. Remo Bistoni e mons. Carlo Urru. Quella di don Luigi Stella è stata la seconda vocazione adulta insieme con Alfonso Ambrosi. A don Luigi va il merito di essere riuscito ad edificare non solo le mura di una delle parrocchie più grandi e impegnative della città, ma soprattutto la comunità dei fedeli di Madonna Alta». «La sua è stata un’attitudine autorevole al sacerdozio – evidenza ancora mons. Scarabattoli – e in alcune occasione anche ‘autoritaria’ con una convinzione profonda. Nelle riunioni del Clero cittadino e in quelle del Clero diocesano, don Luigi è stato sempre puntuale, attento e ‘interventista’ con delle intuizioni che sono state confermate anche dalla stupenda lettera apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco, in particolare per quanto riguarda i fidanzati e i cosiddetti ‘irregolari’. Se vogliamo sintetizzare la vita di don Luigi Stella – conclude mons. Scarabattoli – è stata quella di un giovane sacerdote di età avanzata».

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