Un tratto della E45

di Daniele Bovi

Di esenzione non se ne parla, al massimo una qualche forma di agevolazione da contrattare con la concessionaria che gestirà, sempre che venga realizzata, la futura E45 autostrada. Richiesto da Italia Nostra è questo il parere fornito dalla «Law clinic» del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Perugia. Due documenti, uno centrato sulle agevolazioni, l’altro sulle esenzioni, presentato lunedì in una conferenza stampa tenuta da uno schieramento di forze trasversali (da Perugia rinasce a Crea Perugia, che hanno sostenuto l’avventura di Barelli a FI fino a Oliviero Dottorini) unite dal no al progetto di trasformazione della E45 in autostrada.

IL PARERE DELL’UNIVERSITÀ/1
IL PARERE DELL’UNIVERSITÀ/2

Il parere Nelle pagine vergate dall’Ateneo si ribadiscono concetti noti, come il fatto che «la determinazione dei criteri e delle modalità per la loro applicazione rientra nella potestà esclusiva dello Stato», mentre alla Regione Umbria spetta «un ruolo meramente sollecitatorio nei confronti della concessionaria e degli organi statali». Quanto alle esenzioni al momento il Codice della strada lo prevede solo per alcune categorie come forze dell’ordine, forze armate, veicoli ministeriali, mezzi di soccorso e così via. Un esempio di esenzione per i residenti sono i quattro chilometri lungo la Civitavecchia-Livorno; un tratto molto breve a favore di una ristretta categoria e per motivi ben precisi.

PEDAGGIO: LE IPOTESI

Disparità «Nel caso della regione Umbria – spiega l’Università – non è possibile parlare di una categoria ristretta né dell’impossibilità di uscire dalla Regione percorrendo alternative più economiche». «Più ragionevole» sembra essere una qualche forma di contrattazione con il futuro gestore, stante comunque il fatto che «ragioni di interesse generale e peculiari non sembrano rinvenibili nel caso Umbria». Oltre a ciò c’è da fare i conti con quanto previsto a livello europeo, in primis con il principio di non discriminazione: esenzioni o forti agevolazioni per i residenti creerebbero «una disparità tra operatori economici umbri, beneficiari dell’auspicata esenzione e quelli non umbri che sarebbero gravati di un maggiore peso nella svolgimento della propria attività economica». Una sorta di aiuto di Stato indiretto che di solito «viene sanzionato da ferma e costante giurisprudenza». «La sperequazione tra operatori economici – dice l’Università – sarebbe difficilmente giustificabile».

IL CONSIGLIO GRANDE CHE SI È TENUTO A PERUGIA: NO ALL’AUTOSTRADA
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Giustificazioni Per giustificare forti agevolazioni o esenzioni ci devono essere ragioni geografiche particolari, come essere ad esempio un’isola o un’area particolarmente svantaggiata anche a livello economico. Sostanzialmente una regione sottosviluppata e l’Umbria, pur con tutti i suoi problemi, non sembra essere catalogabile in questa categoria. «Se un’esenzione o qualcosa del genere ci può essere – spiega l’Università -, deve essere motivata facendo ricorso al concetto di pubblico interesse». Che nel caso dell’Umbria pare non sussistere: «In nessun caso immaginabile – conclude il Dipartimento di giurisprudenza – una ipotizzata esenzione totale o una agevolazione di grande valore può essere legittimata alla luce del diritto dell’Ue». «I pareri formulati – hanno detto durante la conferenza stampa i consiglieri Leonardi e Nucciarelli – sono chiarissimi, tutto il resto è demagogia».

CONSEGNATE 8.500 PER DIRE NO

La conferenza stampa «L’importante – ha aggiunto Dottorini riferendosi alla sua presenza al tavolo – è che ci si batta contro la realizzazione di quest’opera sbagliata. Noi che ci battiamo per il no siamo anomali tutti, nei nostri rispettivi schieramenti. Purtroppo sembra trasversale il consenso a quest’opera, ma se il capoluogo di regione dicesse no, magari con una deliberazione che segua il risultato del consiglio grande che si è tenuto alla sala dei Notari (23 interventi tutti contro la E45 autostrada), un tassello importante si aggiungerebbe alle 8.500 firme già presentate dal comitato». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di FI Massimo Perari: «Perugia è un chiaro esempio di giunta ad esperienza civica, questo perché siamo in totale sintonia con la città che ha voluto il cambiamento, non più decisioni calate dall’alto ma un’inversione di tendenza che vada incontro alla volontà dei cittadini».

Twitter @DanieleBovi