Sala operatoria (Foto generica)

di Maurizio Troccoli

Chi non ha avvertito la trepidazione dell’attesa davanti a una sala operatoria. Chi non ha fissato per ore quella porta fiducioso di vedere avvicinarsi un camice verde. E quanto vale una informazione o una rassicurazione nell’ottica dell’umanizzazione in campo sanitario? Se fino ad oggi nessuno ha pensato a uno degli aspetti più importanti legati al momento delicato dell’intervento chirurgico di un familiare, la direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera di Perugia vuole essere capofila  di un progetto a cui un gruppo di esperti medici ha già messo mano per formare lo ‘speaker di sala operatoria’.

La novità Indiscrezioni raggiungono Umbria24 mentre si attendono conferme ufficiali, ma il piano sembra avere raccolto già ampi consensi oltre a una prevedibile curiosità, non soltanto tra gli addetti ai lavori. Sarà il primo ospedale in Italia a dotarsi di una figura di questo tipo, a metà strada tra il comunicatore e l’esperto di chirurgia. E’ un progetto sperimentale che ha l’ambizione di diventare progetto pilota in Italia e modello da imitazione, per quanti guardano alla sanità in un’ottica di innovazione e di prossimità al cittadino, proprio come avvenuto con la Rianimazione aperta, con la possibilità per i familiari di essere presenti.

Le tappe I primi passi di questo progetto che avrà una fase breve di gestazione per essere operativo nel minor tempo possibile parlano di un piano di programmazione e  uno di formazione. Quanto alla programmazione si pensa a uno speaker per ogni equipe chirurgica. Una figura scelta che sarà formata sul piano della comunicazione e che dovrà essere in grado di fornire le opportune informazioni ai familiari, in attesa, durante l’intervento chirurgico. Lo speaker farà da tramite tra i chirurghi e le persone all’esterno della sala operatoria e, in maniera trasparente ma anche ‘umana’, in accordo con chi sta intervenendo in sala operatoria, raggiungerà l’uscita a intervalli di tempo considerati congrui a seconda della tipologia dell’intervento. In questo modo i familiari e comunque le persone che assistono il paziente saranno informate, in tempo reale, sull’andamento dell’intervento chirurgico, su eventuali aspetti sopraggiunti e su tutto quanto è utile a rendere più umano un momento delicato che non coinvolge soltanto il paziente ma quanti gli sono prossimi. Lo speaker di certo non si sostituisce al chirurgo anche sul fronte della comunicazione che questi ha con i familiari. Infatti al termine dell’intervento, come è già prassi, i particolari saranno illustrati con maggiore dovizia dal responsabile dell’intervento, il quale attraverso l’ausilio di questa nuova figura avrà anche maggiore tranquillità nel fare fronte al dovere di informare i familiari, consapevole del fatto che la loro attesa e attenuata dalle informazioni di cui sono già stati destinatari. Mani avanti anche rispetto a ipotesi di costi aggiuntivi. Si apprende, infatti, che le figure da specializzare saranno individuate all’interno delle equipe chirurgiche esistenti. Nel solo ospedale di Perugia vengono eseguiti 20 mila interventi chirurgici all’anno.

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