La Cgil dell’Umbria, insieme alle Camere del Lavoro di Perugia e Terni, sarà in piazza venerdì 3 luglio, nei due capoluoghi di regione (a Perugia in piazza Piccinino alle ore 18.00; a Terni in piazza della Repubblica alle ore 18.30), per partecipare alle iniziative promosse dal comitato ‘Amici umbri del popolo greco’ per chiedere l’immediata riapertura della trattativa da parte delle istituzioni europee.

Perché in piazza? «È assolutamente impossibile immaginare un’Europa che taglia le sue radici storiche e culturali, perché proprio questo la Grecia rappresenta per il nostro continente», affermano in una nota congiunta Vincenzo Sgalla, segretario regionale della Cgil umbra, Filippo Ciavaglia, segretario della Cgil di Perugia, e Attilio Romanelli, segretario della Cgil di Terni. «Quel paese, patria della democrazia, è una parte irrinunciabile della nostra stessa identità – aggiungono i tre segretari – e per questo la Cgil chiede con forza di riaprire la trattativa. Mentre i rappresentanti dei ‘creditori’ insistono a voler imporre misure brutali, di forte matrice liberista, nonostante l’ormai evidente fallimento delle politiche di austerità, ci sarebbero ampi margini per definire misure condivise e raggiungere gli obiettivi di consolidamento del debito sovrano greco con nuova crescita, più occupazione e maggiore equità sociale. Per queste ragioni – concludono Sgalla, Ciavaglia e Romanelli – venerdì saremo in piazza per rimettere al centro la democrazia e chiedere un futuro diverso per la Grecia e per tutta l’Europa».

Altre adesioni Anche l’associazione Sinistra lavoro Umbria aderisce alla manifestazione per il sostegno al ‘No’ al referendum in Grecia, indetta .  «Contrariamente a quanto afferma Matteo Renzi – commenta Stefano Vinti di Sinistra lavoro Umbria – , domenica i greci non saranno chiamati a scegliere tra l’Euro e la Dracma, perché il governo greco non ha nessuna intenzione di uscire dall’eurozona. L’oggetto della consultazione è, in primo luogo e finalmente, quello di dare agli europei e ai greci la possibilità di dire la loro in materia di politica economica e finanziaria. In secondo luogo, il referendum di domenica si pone l’obiettivo di imporre all’Europa una discussione vera, che fino ad ora non c’è stata. Tsipras – spiega Vinti – pone una questione primaria, sia di metodo che di merito: decida il popolo e si contrastino le politiche di austerità imposte dalla troika, Commissione europea e Fondo monetario internazionale, che hanno prodotto solo disastri economici e umanitari, alimentando recessione, disoccupazione, riduzione dei diritti sociali e penalizzando, principalmente, i paesi del sud Europa. L’associazione Sinistra lavoro Umbria condivide e difende la scelta del governo Tsipras che ha indetto il referendum per tornare alla natura democratica dell’Unione europea, alternativa a un’Europa dominata dai poteri oligarchici, speculatori e tecnocratici».

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