di Ivano Porfiri e Daniele Bovi
«Per fare il prossimo Festival internazionale del giornalismo abbiamo accettato la sfida del ‘crowdfunding’, una raccolta fondi dal basso e, nel caso decideremo di farlo a Perugia, non accetteremo soldi dagli enti pubblici umbri». Lo hanno detto gli ideatori Arianna Ciccone e Chris Potter nel corso dell’incontro pubblico convocato all’hotel Brufani di Perugia per spiegare le ragioni per cui, nei giorni scorsi, è stata messa in dubbio la prossima edizione.
VIDEO. I MOMENTI SALIENTI DELL’APPUNTAMENTO PUBBLICO
Peccato assenze In avvio di conferenza, Ciccone si è rammaricata dell’assenza di rappresentanti delle istituzioni: «Volevamo un confronto pubblico con Catiuscia Marini, Wladimiro Boccali, Fabrizio Bracco, Andrea Cernicchi ma non sono venuti. E’ un peccato, sarebbe stato un bel gesto venire a confrontarsi con noi».
Crowdfunding «Dopo l’annuncio – ha spiegato Ciccone – abbiamo avuto tantissime reazioni di sostegno da parte di cittadini, giornalisti italiani, da giornalisti dei principali media esteri. Ci hanno suggerito una raccolta di fondi dal basso: abbiamo deciso di accettare la sfida e ne stiamo parlando con uno dei massimi esperti a livello italiano».
VIDEO – LA CONFERENZA STAMPA INTEGRALE
DA UMBRIA JAZZ ALLE FESTE PAESANE: I FINANZIAMENTI DELLA REGIONE
Altre città Dietro Potter e Ciccone c’è uno schermo con la diretta Twitter: alcuni utenti scherzano sulle possibili location, altri sono più seri. «Siamo stati contattati anche da altre città e valuteremo queste offerte, comunque considerando Perugia come opzione. In questo caso – ha puntualizzato – non accetteremo fondi dalle istituzioni pubbliche umbre». Da altre istituzioni pubbliche di altre regioni però, come chiarisce la stesa Ciccone, sì. Gli organizzatori hanno puntualizzato che nel 2013 del budget complessivo di 400 mila euro il 75 per cento è venuto da sponsor privati. Gran parte dei 100 mila dati (60 mila dalla Regione, 20 mila dal Comune e 18 mila dalla Camera di commercio), «si moltiplica – è stato detto – in economia sul territorio: con 300 mila euro vengono pagati fornitori locali e poi alberghi, ristoranti, bar pieni per una settimana».
LA RISPOSTA DI CERNICCHI: ATTACCO VIRULENTO
Basta tira e molla L’elenco dei finanziamenti ricevuti nel corso dei sette anni di festival è questo: dalla Regione 522 mila euro, dal Comune di Perugia 62 mila euro e dalla Camera di commercio 86 mila. «Dalla Regione all’inizio, quando c’era ancora la Lorenzetti, abbiamo ricevuto una quantità sufficiente di risorse, eravamo contenti». Poi qualcosa si è rotto. «Il problema – hanno rimarcato gli organizzatori – è stato il continuo tira e molla per avere i soldi pubblici. Negli ultimi giorni abbiamo valutato che non c’erano più le condizioni per fare l’edizione 2014 e lo abbiamo detto chiaramente ai nostri referenti istituzionali, alcuni di loro si sono impegnati e spesi ma da altri non abbiamo avuto risposte per poi attaccarci dopo l’annuncio di cui, peraltro, erano stati informati». In particolare, «è stata inviata una mail a Marini e Boccali con il testo del post che avremmo pubblicato il giorno dopo: Boccali, persona splendida che ci ha sempre aiutato, ci ha risposto esprimendo rammarico».
Non accettiamo soldi Arianna Ciccone ha anche parlato della delibera che dovrebbe essere approvata in giunta regionale oggi, con cui dovrebbero essere stanziati 140 mila euro per il festival. «Non ho mai visto in questi anni una delibera flash, abbiamo sempre dovuto rincorrere gli assessori uno ad uno, Bracco ci ha cancellato due appuntamenti l’anno scorso, c’è sempre stata incertezza fino all’ultimo secondo. Adesso diciamo: basta. Abbiamo detto che non accetteremo contributi pubblici da questi enti, basta essere trattati così».
Clima avvelenato In particolare, Ciccone ha puntato il dito contro l’intervento (pubblicato anche su Umbria24) dell’assessore comunale Andrea Cernicchi, che «ha avvelenato il clima». Quindi «diciamo basta: faremo da soli, non vogliamo più i loro soldi. Altrimenti sembrerebbe che il nostro è stato un ricatto: o ci date questo o non facciamo più niente. Invece è una questione di principio e di dignità, siamo fuori tempo massimo». Sul taccuino in oltre due ore finiscono termini come «stanchezza, sfiancamento, delusione». «Queste risorse non sono un fardello – spiegano – bensì un investimento che garantisce visibilità e prestigio alla città».
Soldi pubblici La discussione poi si allarga e al centro arriva un altro tema, decisivo, che è quello del come vengono usate le risorse pubbliche: in base a quali criteri si giudica se, come e quanto finanziare un evento culturale? «Se tu – dice Ciccone – mi dici che c’è la crisi io ci credo, ma poi vado a vedere i bilanci». E i conti agli organizzatori non tornano: «Perché dare 190 mila ad una mostra e a noi 20 mila? Non metto in discussione il finanziamento, chiedo solo come si valuta il festival». Ad ‘alleggerire’ il clima ci pensa, in sala, il fondatore di Eurochocolate Eugenio Guarducci. Si parla di raccolta fondi e lui lancia monetine di cioccolata, poi si fa serio: «È una crisi di crescita – dice – ora dobbiamo essere ottimisti e credo che noi imprenditori dovremo dare un segnale. Per quanto mi riguarda sono pronto a dare un apporto concreto». Tra dieci giorni si saprà se Perugia o no avrà il suo festival, mentre per mercoledì Bracco e Cernicchi hanno convocato una conferenza stampa «per fare il punto sul rapporto fra le istituzioni regionale e comunale e il Festival Internazionale del Giornalismo».