Lorenzo Pizzuti

Si chiama Lorenzo Pizzuti, laureato in Fisica all’Università degli Studi di Perugia, ora dottorando dell’Università di Trieste e associato dell’Istituto nazionale di astrofisica all’Osservatorio astronomico di Trieste, il vincitore nazionale della quinta edizione di FameLab, l’«X Factor» per giovani ricercatori col talento della comunicazione che si è tenuto presso l’Auditorium dell’Agenzia spaziale italiana. In Italia Famelab è un evento coordinato dalla società perugina Psiquadro in collaborazione con British Council Italia. Pizzuti ha vinto grazie a una storia dedicata ai buchi neri che ha saputo catturare l’attenzione dei circa 400 studenti delle scuole superiori presenti in sala e affascinarli nei tre minuti a sua disposizione (i partecipanti non possono usare immagini o strumenti di laboratorio, al massimo qualche oggetto). Pizzuti ha usato la metafora della storia d’amore tra due particelle, con finale tragico e con tanto di citazione di Shakespeare, per sovvertire l’immagine consueta del buco nero che inghiotte tutto arricchendola di informazioni sui processi di evaporazione legati a questa singolarità misteriosa dell’Universo.

La vittoria Muovendosi sul palco quasi con la naturalezza da narratore consumato ha saputo trasmettere messaggi complicati e passione per la cosmologia della quale si occupa quotidianamente: «Ho cercato di parlare di un tema misterioso – ha detto – e degli effetti che ancora poco si conoscono come il fatto che un buco nero può anche emettere qualcosa». A scegliere il campione italiano la giuria composta da quattro esperti: Silvia Bonaccorsi dell’Università La Sapienza di Roma, Barbara Negri dell’Agenzia spaziale italiana, Giovanni Spataro de Le Scienze e per la prima volta nella storia di FameLab Italia una studentessa, Letizia Tiberia del Liceo scientifico di Ceccano.

Emozione grandissima «Ancora devo realizzare di aver vinto – ha detto a diregiovani.it Pizzuti – è una emozione grandissima essere riuscito a comunicare qualcosa. La ricerca va promossa, distribuita in modo che tutti la possano conoscere. È importante far capire la passione che ci mettiamo, l’argomento che ho scelto è di quelli che cercano di essere quasi fantascienza, i buchi neri, nominati in film e fiction. Ma quanto si sa di buchi neri realmente? Quali sono gli effetti che questi corpi hanno nell’evoluzione del nostro universo? È scienza e non fantascienza. Preparare questo argomento è stato difficile perché non è un qualcosa che si affronta con leggerezza. Shakespeare? Ricorrono i 400 anni della morte e allora ho pensato perché no?». Ora Pizzuti dovrà prepararsi per la finalissima del concorso internazionale, che si terrà l’8 e 9 giugno in Inghilterra, a Cheltenham, dove rappresenterà l’Italia sfidando altri 29 campioni provenienti da altrettanti paesi di tutto il mondo.

LA MASTERCLASS DI PERUGIA

Altro premio Un’altra buona notizia per l’Umbria è il premio del pubblico assegnato a Maria Rachele Ceccarini (seconda dietro Pizzuti per quanto riguarda l’opinione della giuria), dottoranda in biologia molecolare dell’Università di Perugia che ha parlato dei ritmi circadiani e degli studi di genetica e nutrizione dei quali si occupa. Presentandosi sul palco con un cavolfiore del quale ha raccontato i ritmi di vita, ha stimolato molte riflessioni sull’alternarsi di notte e giorno, genetica e alimentazione. Oltre a Pizzuti, che aveva superato le semifinali a Trieste, alla finale italiana di Roma hanno partecipato altri tredici concorrenti selezionati tra febbraio e marzo in sette città italiane, ovvero Trieste, Torino, Padova, L’Aquila, Ancona, Perugia e Napoli.

Che cos’è FameLab è un concorso internazionale che ha come obiettivo quello di ispirare, motivare e sviluppare le capacità dei giovani ricercatori a coinvolgere il pubblico sui temi della ricerca scientifica e tecnologica. La competizione che nel 2016 si è svolta in 30 paesi in tutto il mondo è stata introdotta in Italia nel 2012 e da allora ha coinvolto oltre 500 giovani ricercatori grazie alla collaborazione con oltre 40 istituzioni tra musei della scienza, festival, università, centri di ricerca e imprese. Il processo di selezione che inizia dalle competizioni locali approda alla finale internazionale che si tiene ogni anno a giugno in Inghilterra. Nel mese scorso a Perugia i 14 finalisti italiani hanno invece partecipato a una masterclass con Quentin Cooper, giornalista freelance e collaboratore della BBC.

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