di Massimo Colonna

«Sai chi sono miei cari amici? Due preti cristiani di una parrocchia qui vicino». Sorride con gli occhi profondi di chi vuole urlare qualcosa, ma vuole dirla senza strillare, con calma. Perché in questi giorni non ci si può far sopraffare dall’istinto. «Prego entrate, togliete prima le scarpe». Apre le porte della sua moschea in via Vollusiano Mimoun El Hachmi, l’imam da sedici anni a Terni alla guida del primo centro culturale islamico in città. Proprio da qui è partita l’idea di una preghiera comune con tutte le altre moschee umbre per dire basta al terrorismo, per prendere le distanze da chi sbagliando mette insieme terroristi e musulmani. All’iniziativa hanno aderito i centri di Umbertide, Foligno e Gubbio.

La preghiera a Terni: fotogallery
TUTTO SUGLI ATTACCHI DI PARIGI

La preghiera comune Appena terminata la funzione del venerdì l’imam si ritrova fuori dalla moschea insieme ad una ventina di ragazzi. Ha in mano i fogli con la preghiera. «Il messaggio che abbiamo veicolato oggi insieme agli altri imam umbri è quello di pace e misericordia del Corano. Chi uccide in nome di Dio non c’entra nulla con la religione. Chi uccide una persona uccide suo fratello, uccide tutto il mondo. Questa non è religione”.

Condanna dopo Parigi «La nostra comunità oggi – ha proseguito l’imam – vuole ancora una volta condannare gli attentati di Parigi degli ultimi giorni e ribadire ancora con forza che l’Islam moderato esiste e che i terroristi non c’entrano niente con chi segue il suo credo. Il Corano vuole fratellanza, pace e misericordia».  E allora perché i terroristi? E’ la domanda che oggi in molti si pongono. «Perché sono persone deviate, che hanno intrapreso un percorso sbagliato e che si nascondono dietro la religione. Non so chi finanzia l’Isis, ma di sicuro dietro a questi attentati ci sono soltanto ragioni economiche. E’ impossibile parlare di religione quando si uccidono le persone».

L’iniziativa di Roma Per ribadire questo messaggio una delegazione di musulmani della moschea ternana sabato mattina partirà alla volta di piazza Santi Apostoli a Roma dove prenderà parte all’iniziativa ‘Not in my name’, organizzata a livello nazionale dalla comunità musulmana. «E’ troppo importante per noi – ha proseguito la guida spirituale – che non si confonda chi vuole solo spargere terrore con chi crede veramente nella nostra religione. L’Islam non incita alla guerra, in noi non c’è fanatismo ma chi fa terrore è fanatico».

Amico cristiano «Islam – prosegue l’imam – vuole apertura al diverso, vuole la pace e il benestare tra fratelli. Noi qui siamo integrati bene. Certo, c’è qualche persona ignorante anche qui, ma quelle sono dappertutto. Lo sai chi sono miei cari amici? Due sacerdoti cattolici. Mi chiamano, parliamo, ci confrontiamo. Questo è il nostro modo di essere. Poi ognuno la pensa a modo suo sulla religione».

L’impegno in carcere La guida spirituale musulmana da tempo si occupa anche dell’assistenza di è rinchiuso nel carcere di Terni. Nella moschea arrivano fino a un centinaio di credenti al venerdì. Sezioni separate per uomini e donne. Dentro la moschea un palchetto da dove l’imam recita la preghiera, una sorta di pulpito nelle chiese cristiane. In terra tappeti e cassetti per lasciare le scarpe all’ingresso. Fuori, accanto all’imam, diversi ragazzi. «Siamo a Terni da anni e andiamo a scuola – spiegano due giovani – In questi giorni i nostri amici ci chiedono dell’Isis e noi spieghiamo che non c’entriamo niente. Come ci trattano? Normalmente, ci conoscono, si fidano di noi». «E’ importante conoscersi proprio per questo – chiude l’imam – poi se tu sei cristiano possiamo pregare lo stesso insieme, ognuno a modo suo: in fondo ci rivolgiamo allo stesso dio».

Twitter @tulhaidettto

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.

One reply on “Da Terni a Gubbio preghiera comune per l’Islam di pace: «Chi uccide in nome di Dio non è religioso»”

  1. A mio parere Terni riconosce pari dignità e diritti alla comunità musulmana e i ternani da sempre si sono mostrati aperta a tutte le razze e a tutte le religioni, spero le istituzioni recepiscano questa realtà e valorizzino la cultura e la religione musulmana. Sarebbe bello, per me, vedere una bella Moschea, che insieme alle nostre Chiese, arricchirebbe la nostra città.

Comments are closed.