di M.Alessia Manti
Venerdì scorso la giuria europea presieduta da Steve Green ha stabilito quali città, tra le 21 che si erano candidate, continueranno la corsa al titolo di Capitale europea della cultura per il 2019. In sei – Perugia, Siena, Ravenna, Matera Lecce e Cagliari -, definite dalla commissione «le città che puntano ad investire di più sui giovani», lavoreranno ancora per nove mesi all’approfondimento dei progetti con cui si sono proposte all’Europa. Solo allora la giuria tornerà a riunirsi per valutare modifiche e approfondimenti apportati ai lavori, sulla base delle raccomandazioni formulate dalla stessa. Poi il verdetto finale.
Nero su bianco la visione del futuro Come richiesto dall’Europa, i progetti consegnati al Ministero dei Beni e delle attività culturali lo scorso settembre, hanno come caratteristica comune il coinvolgimento della comunità. Tutti potrebbero essere definiti veri e propri «libri delle idee» che vogliono diventare realtà da qui al 2019. Le città nel progettare si sono raccontate, tendendo lo sguardo al futuro senza tralasciare le peculiarità storiche, culturali, sociali che le rappresentano. Hanno formulato uno slogan portante, hanno individuato degli asset principali, hanno costruito un percorso. A qualche giorno di distanza dalla conferenza stampa con cui si è dato l’annuncio dell’esito di pre-selezione, ecco una carrellata tra i dossier delle sei big.
Perugia 2019: «Fabbricare luoghi» Cominciamo da casa nostra. «Perugia 2019, con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria» si propone per lanciare un nuovo modello ideale di città europea, intesa come luogo del dialogo tra le diversità culturali e rete policentrica, dove la cultura è produzione di idee e l’identità passata si proietta in un futuro fatto di nuove tecnologie e creatività. Sostenibilità, inclusività e slancio innovativo con particolare protagonismo dei giovani sono i concetti perno della prospettiva progettuale umbra, che si rappresenta in chiave di «smart region» per valorizzare tante «smart cities». Una candidatura a carattere regionale che vuole proporsi come «laboratorio del futuro e calamita in grado di esercitare attrattiva verso l’esterno e rilanciare l’economia, integrando linguaggi artistici e forme espressive e coinvolgendo ogni cittadino italiano o straniero, residente o visitatore»
Matera 2019: «Una città aperta» La «città dei sassi» ha come intento quello di «costruire una città aperta, che sappia dare carta bianca agli operatori europei della cultura e dell’arte, e realizzare con tre anni di progetto uno spazio disponibile a tutti, fatto di infrastrutture economiche che abbattono i costi, di infrastrutture operative che rendono più facile realizzare le proprie idee, fatto di tecnologie che rendono rapide e condivise le comunicazioni e i commenti». Matera 2019 si prefigge l’obiettivo di: migliorare i collegamenti del trasporto nazionale e internazionale investendo nelle infrastrutture (anche di tipo tecnologico), migliorare i servizi pubblici in relazione ad efficienza energetica e raccolta rifiuti, potenziare le politiche educative e imprenditoriali con relativa nascita di nuove attività in ambito creativo.
Ravenna 2019: «Mosaico di culture» Ravenna vuole ripartire da una storia che l’ha vista capitale del mondo antico e ponte tra Oriente e Occidente, dal suo legame con Dante e dal suo rapporto con l’elemento acquatico. La città romagnola si propone vuole proiettare questo passato glorioso nel presente e verso un futuro come modello l’intero Paese, così come dichiarato apertamente sul sito ufficiale. Il progetto «Mosaici di cultura» punta alla creazione nuove visioni per l’Europa, attraverso «una metafora che richiama all’incontro tra pluralità diverse e a una serie di temi rilevanti quali l’ospitalità e la diversità culturale, il conflitto e le trasformazioni». Ravenna per il 2019 di propone come «alfiere privilegiato dello spirito europeo anche in Italia».
Lecce 2019: «Reinventare EUtopia» Il senso del progetto della città salentina – sostenuta anche dal comune di Brindisi – si lega allo slogan adottato per rappresentarlo, ovvero «Reinventare EUtopia», un luogo nuovo e ideale che parte dai confini geografici più meridionali dell’Unione europea. Sviluppo sociale, economico, infrastrutturale, giovanile, culturale sono parte integrale della domanda di partecipazione. E’ per questo che la candidatura a Lecce viene rivendicata come «opportunità per imparare a pensare diversamente e reinventare e rafforzare la dimensione sociale della città, per creare una nuova cultura urbana».
Siena 2019: «La cultura per superare la crisi» Creare nuovi posti di lavoro, tramite lo sviluppo di un polo di industria culturale e creativa di livello internazionale, è uno degli obiettivi primari che Siena 2019 si è posta per rispondere ai problemi della collettività. Con la sua candidatura la città toscana vuole dar vita a una nuova generazione imprenditoriale, parallelamente all’apertura di nuovi mercati e alla capacità di attrarre nuovi investimenti. Con questo proposito la candidatura punta a sperimentare modelli di welfare innovativi e incentrati sul rapporto tra cultura e salute.
Cagliari 2019: «Trasformare i saperi in azioni» Considerata la candidata «outsider», Cagliari ha un progetto che punta a coinvolgere l’intera Sardegna finalizzato alla creazione di occasioni formative e professionalizzanti che contribuiranno a offrire sbocchi occupazionali e opportunità nel settore delle imprese creative e innovative. Questo anche per stimolare il ripopolamento dei quartieri e l’insediamento di nuove attività commerciali. Il progetto, che pone al centro dell’attenzione «l’uomo come detentore delle tradizioni e dei saperi, punto cardine all’interno dell’economia della conoscenza», prevede un sistema complesso di attività che vanno a coinvolgere un target molto ampio, partendo dai giovani.
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