Una raccolta firme dei lavoratori per riportare il problema amianto dei siti umbri, tra i quali quello della Thyssenkrupp, all’esame del governo  nazionale, e in particolare del ministro del lavoro Poletti, e per permettere ai lavoratori ancora in attività di poter accedere alla pensione. E’ la nuova iniziativa dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che riporta la questione all’attenzione pubblica dopo che nei giorni scorsi della vicenda si è parlato anche nella commissione consigliare regionale, a cui hanno preso parte anche sindacati e associazioni di categoria.

La legge 257/92 «E’ fin dal 2009 – si legge in una nota del presidente Ona Ezio Bonanni – che l’Ona e il suo coordinatore regionale e componente del comitato tecnico scientifico Niccolò Francesconi, ora anche sostenuto anche da Andrea Liberati, capogruppo in consiglio regionale per il Movimento 5 Stelle, ha chiesto di poter rendere equanime e giusta l’applicazione della legge 257/92 sul prepensionamento dei lavoratori dell’amianto».

Serve commissione Secondo l’Ona serve una commissione d’inchiesta permanente «che possa acquisire tutti gli elementi utili affinché il governo nazionale possa emettere l’atto di indirizzo per il riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto in favore di tutti i lavoratori fino al 2 ottobre 2003, come avviene per altri siti in altre regioni italiane». L’Ona in particolare contesta le conclusioni dell’Inail secondo le quali il termine ultimo di riconoscimento dell’esposizione ad amianto non possa superare la data del 31 dicembre 1992, escludendo così per alcuni, o limitando fortemente per altri, il riconoscimento dei diritti al prepensionamento, cui invece debbono accedere tutti i lavoratori senza discriminazione.

Le domande L’Osservatorio poi pone una serie di domande alle istituzioni e alle aziende: «All’interno dello stabilimento Thyssenkrupp è stata fatta la valutazione del rischio amianto? I responsabili hanno denunciato la presenza di amianto agli organi competenti e preposti? E chi sapeva che nel sito della Thyssenkrupp c’è ancora presenza di amianto? Perché questa discriminazione tra i siti dell’Umbria e quelli di altre regioni italiane?».

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