Foto: João Pires

di Carlo Forciniti

Finisce con una prova d’autore l’ultima recita a Belém di Perugia. Osaka nulla può sotto i colpi di un super Giannelli e più in generale di una risposta corale della Sir Sicoma Monini.

Giannelli 8 Il punto che rende storia e non più cronaca Sir-Osaka è il suo. Non poteva che essere lui, il capitano, il giocatore a regalare a Perugia il terzo titolo iridato. Archivia il Mondiale con l’ennesima regia da Oscar. Miglior palleggiatore ed Mvp del torneo. Fuoriclasse totale.

Ben Tara 7,5 Si ripete in finale dopo una grande prestazione nella partita precedente. Parte a razzo con 6 punti (e due muri) stampati nel primo set. Spina nel fianco costante per la difesa giapponese. Miglior opposto della kermesse. Molto… Ben.

Semeniuk 7,5 Ok, i tredici punti messi a referto conditi da un ace sono una prova di quanto di buono fatto dal polacco. Ma la sua partita va oltre i numeri. Semeniuk c’è sempre quando serve. In attacco e in difesa. Per certi aspetti è l’Mvp mascherato della finale.

Loser 7,5 E se al momento fosse il miglior centrale del mondo? L’interrogativo è legittimo, perché corrobora un Mondiale da protagonista assoluto con un ultima recita da primattore sublimata da 9 punti di cui tre a muro. Archivia la rassegna di Belém con 18 muri in 5 partite. Nettamente il più efficace del torneo.

Solé 7 Al secondo posto in questa classifica c’è “Seba” a quota 11. I problemi fisici di Russo lo hanno rispedito con maggiore continuità al centro della scena. Dove Solé sa starci a dovere. Chiedere a Osaka per eventuali conferme.

Colaci 7 Non era facile tenere botta alle bordate giapponesi. Ma Colaci le ha viste tutte in un percorso leggendario. Ed anche in finale è un fattore in seconda linea. La Sir ha cominciato a vincere dal suo arrivo. Mica un caso. In valigia mette il sesto Mondiale per club personale. Uno degli innumerevoli trofei di una carriera vissuta e giocata al… Max.

Plotnytskyi 7 Concreto quando serve, con spruzzate di qualità. Al netto dei “soli” sei punti realizzati, lo schiacciatore ucraino fa bene il suo nelle pieghe della partita.

Dzavoronok, Ishikawa e Russo S.V.

Lorenzetti 9 Non sbaglia una mossa. Nell’unico momento di difficoltà mescola il sestetto, trova le parole giuste in un paio di timeout e trasmette la serenità necessaria ai suoi per congedarsi da Belém con l’ennesimo trionfo. In cui il timbro del coach è indelebile.

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