Francesco Moser il giorno del suo inserimento della Hall of Fame del ciclismo (foto da federciclismopuglia.it)

«Lo sport è veicolo sempre più importante per valorizzare il territorio, sono felice che il ciclismo abbia intrapreso questa direzione abbinando delle tappe del Giro d’Italia alle eccellenze eno-gastronomiche del nostro paese». Un vero e proprio testimonial di lusso per il mondo del pedale, Francesco Moser, ciclista italiano più vincente della storia, è intervenuto telefonicamente a Sport&Sborz, la trasmissione radiofonica in onda su UmbriaRadio ogni mercoledì e condotta dal giornalista Daniele Sborzacchi.

La Sagrantino Stage Primo tema toccato quello del binomio sport-turismo, anche in previsione dell’attesissima tappa del Giro del centenario che il prossimo 16 maggio porterà i corridori da Foligno a Montefalco. La ormai famosa Cronometro del Sagrantino… «Giusto valorizzare queste meraviglie, sono stato un anno fa ospite dalle vostre parti ed ho potuto constatare personalmente quanto di bello c’è nel territorio umbro – ha proseguito poi l’ex recordman dell’ora -. In passato al Giro si sono dedicate tappe ai territori del Barolo, del Chianti e via dicendo. Trovo giustissimo continuare in questa direzione».

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La passione Ed in fin dei conti detto da un celebre produttore di vino come Moser, la cui tenuta Maso Villa Warth a pochi chilometri da Trento è a tutti gli effetti una culla vitivinicola eccezionale, ciò assume ancora più significato. «Sono cresciuto tra i vigneti con l’attività iniziata da mio padre, il legame con le proprie radici credo sia una cosa da non perdere mai e così una volta smesso di correre mi sono dedicato a tempo pieno all’azienda, insieme ai miei figli».

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L’attualità Il ciclismo di oggi quanto è cambiato e cosa insegnerebbe ai giovani? «Naturalmente come tutti gli sport c’è stata una profonda evoluzione nei materiali. Ma i concetti di sacrificio, allenamento e sana preparazione fisica sono sempre all’ordine del giorno. Così dico ai giovani, per prima cosa bisogna imparare a rispettare le regole». E del famoso dualismo con Saronni cosa dice? «Sicuramente il ciclismo in passato si è nutrito di grandi rivalità che hanno fatto anche crescere il movimento. Noi a volte ci facevamo qualche dispettuccio…» Lo stato di salute del ciclismo italiano? «Abbiamo elementi importanti per le grandi corse a tappe, ci manca qualcosa invece per le gare in linea. Ma bisogna essere ottimisti».