Palazzo Spada (foto Rosati)

di C.F.

Arrivano dal centrodestra le prime reazioni intorno al rimpasto di giunta varato domenica pomeriggio dal sindaco Leopoldo Di Girolamo che ha anche annunciato il Piano pluriennale di riequilibrio per rientrare da debiti non ancora quantificati, l’ultima stima resa nota dall’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi girava intorno ai 15 milioni di euro. Se dai banchi delle opposizioni arrivano le prime bocciature, col consigliere regionale Emanuele Fiorini (Lega Nord) che chiede le dimissioni del primo cittadino, da quelli sindacali la Uil attraverso il segretario Gino Venturi le mosse del sindaco vengono giudicate «buone notizie». Nella prima serata arriva anche il commento del Pd di Terni: «Stiamo gettando le basi per una nuova fase della città»

Francesco Ferranti, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale con una nota evidenzia: «Al sindaco Di Girolamo, al Pd e ai cittadini voglio dire con chiarezza che nessun miglioramento dell’azione amministrativa potrà esservi con un Comune che finanziariamente è pressoché fallito. Come chiedevamo noi, la razionalizzazione dei posti in giunta può portare a soldi risparmiati che potrebbero finire alla manutenzione del verde e a ristabilire il decoro urbano».

Duro il capogruppo di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi: «La montagna fatta di debiti, default finanziario, collasso politico e dell’azzeramento dell’azione amministrativa ha partorito il topolino. Mentre Palazzo Spada va a fuoco, sommersa da un disavanzo di cui i ternani ancora ignorano la reale entità, Di Girolamo ci prende in giro con una conferenza stampa ridicola che dovrebbe darci a bere che il taglio di qualche assessore, anziché una goccia nel mare del malgoverno qual è, sarebbe un fulgido esempio di ‘rigore ed efficienza’.Il sindaco pensa di dare in pasto all’opinione pubblica un po’ di gossip sui nomi e le poltrone per distogliere l’attenzione dai problemi veri e rimandare a data da destinarsi l’annuncio fatale e inevitabile di un aumento a tappeto di tasse ed imposte, dallo smaltimento dei rifiuti all’imposta sugli immobili (Imu). Peccato per lui e per noi tutti perché – conclude – i problemi veri restano intatti e incombono come macigni. E finiranno per stritolare anche le sue debolissime strategie di comunicazione».

Lega pronta a scendere in piazza Il consigliere Fiorini ed il referente territoriale della Lega Federico Cini «invitano il sindaco Di Girolamo – si legge in una nota – a rassegnare immediatamente le dimissioni. Un primo cittadino che getta la propria città sull’orlo del baratro, indebitandola a dismisura e che per l’ennesima volta tenta di salvare la faccia cambiando gran pare degli uomini della sua giunta, non può continuare a governarla, ma deve ammettere il proprio fallimento e andarsene a casa, chiedendo scusa ai propri cittadini. Il sindaco ha fallito – proseguono – e se ancora non lo ha ammesso, dovrà farlo. Abbiamo intenzione di scendere in piazza chiedendo ad alta voce le sue dimissioni, invitando a partecipare tutte le altre forze politiche di opposizione».

Uil soddisfatta Positiva, invece, la reazione di Venturi, segretario della Uil: «Come sindacato chiedevano da tempo – ha scritto su Facebook – la sostituzione dell’assessore al personale e alla polizia municipale (fin qui la Ballerani che ha passato le deleghe a Piacenti e Giacchetti, ndr), così come avevano sollecitato un taglio del numero di assessore. Le nostre richieste non sembravano realistiche eppure dai tre assessori in meno che chiedevano si è arrivati a toglierne quattro, ancora meglio. Meno male – scrive – che ogni tanto c’è qualche bella notizia».

Pd: «Stiamo gettando le basi per una nuova fase della città» Nella prima serata anche il maggior partito di maggioranza interviene sul rimpasto e il piano di riequilibrio annunciati nel pomeriggio dal sindaco: «Il Pd di Terni ritiene che in questi giorni si stiano ponendo le basi per la costruzione di una nuova fase per la città. Tenendo ben presenti le criticità che la riguardano, il Pd valuta fondamentale che l’azione dell’amministrazione municipale contribuisca, in modo decisivo, al rilancio di Terni. In questo contesto, la scelta annunciata dal sindaco di ricorrere allo strumento del riequilibrio finanziario pluriennale, denota una forte volontà di affrontare con trasparenza e senso di responsabilità, tutte le problematiche legate al bilancio emerse in questi anni di profonda trasformazione normativa ed economica, con un’accelerazione del lavoro già iniziato a partire dalla razionalizzazione delle partecipate. A una fase straordinaria devono corrispondere scelte straordinarie, e in questo contesto riteniamo si inquadri la decisione del Sindaco di intervenire sulla giunta. Il Pd ritiene che tale scelta non sia basata su un giudizio negativo del lavoro svolto dai singoli assessori, né tanto meno sui tanti evocati scontri di corrente, quanto piuttosto sulla necessità di legare il rilancio politico-amministrativo dell’azione di governo della città, anche ad una riduzione dei costi della politica, dettata soprattutto dalla particolare situazione finanziaria dell’ente. Occorre ora concretizzare gli impegni per la città con il pieno coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali. In tal senso risulta necessario che il governo dia seguito al riconoscimento del territorio ternano, quale area di crisi complessa, che la Regione dell’Umbria e tutti i soggetti interessati, a partire dalla Fondazione, siano impegnati a rafforzare il progetto di un patto per la città».

M5s: «Tornare alle urne» Lunedì mattina a intervenire anche il consigliere comunale del M5s Thomas De Luca: «Quattro assessori sul rogo. Sotto, tutta la maggioranza che guarda, illuminata dalle fiamme. ‘Un ottimo segnale!’ urla un consigliere paparelliano mentre il sindaco agita il borsellino degli spiccioli. No, non è un film dei fratelli Vanzina è l’ultima pagina di storia del Pd ternano. L’ultimo colpo di coda prima della fine. Il sindaco Di Girolamo annuncia di voler ricorrere al predissesto e liquida quattro assessori, ma la vera notizia non è il licenziamento di Armillei e della Tedeschi, quello di Andreani e della Riccardi. La vera notizia è che i cinque peggiori assessori della storia di Terni sono ancora seduti sulle loro poltrone. Nessuno di questi è stato in grado fino ad oggi di portare avanti neanche il minimo sindacale, ma con “credibile sobrietà” hanno deciso di assegnargli i compiti anche degli altri quattro. Il peggiore assessore all’ambiente mai ricordato, il cui unico merito e di aver fatto quattro ordinanze, con la paura negli occhi, dopo il nostro maxi esposto alla magistratura sulla contaminazione alimentare. L’assessore capace di complicare l’incomplicabile, di disorganizzare il caos concependo la peggiore riforma della macchina comunale mai avvenuta. Quello della liquidazione dell’Usi, quello dell’accordo transattivo sui derivati, quello del “partecipate” ma decido io. E poi i due rampolli della sinistra ternana, i due nomi in pole position per sostituire Di Girolamo. La vicesindaco Malafoglia quella che ha cancellato la parola welfare dal vocabolario della città, che ha esternalizzato la solidarietà, quella eletta nella lista finanziata dalle coop. Poi quello dei cantieri infiniti, di Cardeto, quello mai presente quando si tratta di rispondere ai cittadini, quello che quando c’è passa il suo tempo al telefono in stregio alle richieste dell’aula. In assoluto il peggiore assessore della storia di Terni, l’ineffabile Bucari. Aprendo il portafoglio degli spiccioli, ci voleva solo la faccia di Di Girolamo, per cercare di vendere questa manovra da manuale Cencelli per sobrietà. Mentre i buffi ce l’hanno con le aziende del cerchio magico, quelle dei finanziatori del Sindaco, invece di rivedere il costo della spesa contrattualizzata attraverso una ricognizione degli appalti bruciano sul rogo quattro dei loro. Il Pd forse vuole metterci a divedere che i quattro “cattivi”, immeritevoli dell’amore del comitato centrale, siano il male assoluto della città. La malerba da estirpare. Mentre si dedicano ai roghi, i democratici ternani, non si rendono conto che stanno ardendo l’albero su cui sono poggiati. È la città che sta bruciando. È ora di finirla di parlare di predissesto ed è ora di dire la verità: il Comune è in dissesto, è in fallimento».

@chilodice