di Marta Rosati e Massimo Colonna

Tiziana De Angelis entra in giunta nel giorno del voto sul predissesto. E con 19 voti favorevoli il consiglio comunale approva proprio il progetto della giunta per far rientrare un monte di 11 milioni nei prossimi 5 anni. Alla De Angelis, dipendente 56enne della Provincia, sono state assegnate, tra le altre, le deleghe alla scuola e alla cultura, prima del rimpasto in mano agli ormai ex assessori Carla Riccardi e a Giorgio Armillei. Contestualmente il sindaco ha ampliato le deleghe fin qui affidate al vicesindaco Francesco Malafoglia che oltre al welfare si occuperà di Smart city, Agenda urbana, affari generali, servizi demografici e semplificazione amministrativa.

Il nuovo assessore La seduta di martedì pomeriggio dunque è iniziata con le comunicazione di Di Girolamo sul volto nuovo a Palazzo Spada. Con una nota stampa il sindaco ha motivato la nomina della De Angelis, necessaria per assicurare il numero legale all’esecutivo di Palazzo Spada: «L’ho scelta per la sua solidità amministrativa e per la sua affidabilità politica. Conosco le sue capacità professionali nel settore della scuola e più complessivamente nella pubblica amministrazione. Sono convinto che si inserirà presto in questa compagine amministrativa che proprio in questi giorni è impegnata in partite cruciali per il futuro della città». E poi alle minoranze: «Da una opposizione distratta e rabbiosa sento parlare di città senza governo, ma Terni in queste settimane ha ottenuto risultati a dir poco importanti sull’Area di crisi complessa, sui fondi per gli impianti sportivi e le periferie, sui fondi europei, sul patto istituzionale Regione Comune, sui fondi per l’efficentamento energetico».

Le prime parole del nuovo assessore: video

Le opposizioni Alle comunicazioni del sindaco hanno replicato le minoranze con un intervento di Francesco Ferranti di Forza Italia: «Le parole del primo cittadino non sono più credibili: tutto quello che sta accadendo è solo il risultato di una lotta di potere interna al Pd, in una fase delicatissima per il futuro della città, consumata sulle spalle dei cittadini». Per questo Ferranti ha chiesto che si vada presto a nuove elezioni. Andrea Cavicchioli (Pd) ha invece preso atto delle decisioni del sindaco «prese in piena autonomia. Il percorso che abbiamo di fronte prevede un innalzamento dell’asticella e questo chiediamo anche alla nuova giunta». Franco Todini (Il Cammello) ha anche posto delle pregiudiziali sulla legittimità di portare oggi in discussione una delibera, quella sulla procedura di riequilibrio, adottata da una giunta con una composizione diversa e sulla verifica di incompatibilità per il nuovo assessore. Il consiglio, dopo che sulla questione si era espresso anche il segretario generale, ha rigettato la pregiudiziale con 21 voti contrari e 11 a favore.

Le prime parole «Spero di essere accolta e ne sono sicura nel migliore dei modi – sono state le prime parole rilasciare alla stampa dal neo assessore – e voglio per questo ringraziare il primo cittadino Di Girolamo che mi sta dando questa opportunità. Per quanto mi riguarda sono certa di fare del mio meglio per fornire il mio apporto al lavoro della macchina comunale, quello che chiedo è di essere giudicata per quello che farò e non adesso prima di iniziare a lavorare».

L’assessore Piacenti sul piano Al primo punto all’ordine del giorno della seduta, dopo le comunicazioni del sindaco, ecco la votazione sul predissesto con l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi che ha presentato la manovra al consiglio. «Se il consiglio voterà da domani inizierà l’attuazione della manovra con la piena ricognizione della situazione finanziaria. Saranno quattro le aree di intervento: i debiti fuori bilancio, per cui verranno cedute quote che riteniamo non più essenziali e i beni patrimoniali, lo squilibrio di parte corrente, la diminuzione del debito e la riorganizzazione della macchina organizzativa. Si tratta di una situazione che ha ragioni profonde e lontane. La crisi degli enti locali è ormai di sistema e anche il parlamento se ne sta rendendo conto. Inoltre sono molte le amministrazioni che hanno fatto ricorso agli strumenti del piano. Nel nostro caso – ha aggiunto Piacenti – si tratterà di un piano di riequilibrio di cinque anni: riguarda 8 milioni di debiti fuori bilancio stimati fino ad oggi e di 3 milioni di disavanzo strutturale. La ricognizione parte da domani con il riaccertamento strutturale dei residui. Poi  si predisporrà il piano effettivo che sarà portato in consiglio comunale prima della fine dell’anno, per essere poi trasmesso alla corte dei Conti».

Le reazioni dell’opposizione Acceso poi il dibattito in consiglio: non sono mancati momenti di tensione con accuse ‘colorite’ in particolare tra i consiglieri Sandro Piccinini del Pd ed Enrico Melasecche di ‘I Love Terni’. «Avete condannato la città – ha spiegato Melasecche – nascondendo le vere ragioni di questo disastro, per il quale siamo un’eccezione tra i Comuni d’Italia. La massa di residui attivi è la vergogna con la quale è stata truffata la città anche presentando bilanci falsi, perché questo comune se n’è fregato di recuperare i crediti in danno a tutta la città. Altri debiti emergono di giorno in giorno di cui il sindaco non sapeva nulla come quello delle mense scolastiche.  Come li pagheremo? Vendendo le farmacie, poi l’Asm che è un’azienda che poteva valere il triplo ed ora è in difficoltà perché non ha prodotto utili. Per Marco Cecconi (FdI) «non si può firmare un atto che è una cambiale in bianco con conseguenze incalcolabili, in assenza di conti definitivi. E’ un’enorme fallimento politico di questa maggioranza». Valentina Pococacio dei Cinque Stelle ha sottolineato che «due anni fa siamo stati noi a dire che eravamo in condizioni di predissesto. Vi giocate l’ultima carta e la vendete come atto di generosità. Dovete spiegarci perché non c’è liquidità». Federico Pasculli insieme a Thomas De Luca (M5S) ha aggiunto che sui debiti fuori bilancio «la soluzione non può essere data da chi ha creato il problema: faccio richiesta che si dia vita ad una commissione per verificare tutti i debiti». Per Faliero Chiappini (Città aperta) «non è una bella giornata: al di là di ciò che è successo in passato, siamo obbligati a fare alcune cose, dobbiamo assumerci la responsabilità per determinare una svolta. Questo percorso può essere una sfida rispetto alla riorganizzazione dell’ente». Stefano Fatale (FI) ha sottolineato che «la giunta non può scaricare sempre la colpa sugli altri e sul legislatore», mentre Paolo Crescimbeni del Gruppo misto ha spiegato che «il tono trionfalistico dell’assessore è del tutto inopportuno.  Dalla giunta non emergono idee nuove ma il semplice ricorso ad una via di uscita prevista dal Governo Monti». Franco Todini (Il Cammello) ha fatto rilevare come «il problema di fondo è che ci troviamo sulla strada di un’amministrazione controllata, che ingesserà completamente la macchina amministrativa».

Cavicchioli del Pd Il presidente del gruppo del Pd Andrea Cavicchioli ha poi replicato: «E’ evidente che siamo di fronte ad un problema strutturale dell’ente; un ente che attualmente ha una situazione di difficoltà accertata derivante da un eccesso d’indebitamento che viene da molti anni indietro. Di fronte a questo c’erano diverse possibilità: ammainare la bandiera e chiamare il commissario. E’ invece stata fatta una scelta diversa fornendo una garanzia democratica anche per le opposizioni che un commissario non darebbe mai. Facciamo dunque un’operazione diversa da quella che farebbe un commissario: non toccheremo l’imposizione fiscale».

Il voto Dopo le dichiarazioni di voto dei capigruppo di ogni partito si è passati al voto sulla delibera della giunta che punta al piano di rientro economico. L’atto è passato con 19 voti favorevoli, 12 contrari e due esponenti della maggioranza che non hanno espresso voto, ossia Silvano Ricci di Sinistra per Terni e Luigi Bencivenga di Progetto Terni. Passa anche l’immediata esecutività dell’atto e così l’amministrazione da domani mattina avvia ufficialmente la procedura che porterà, dopo che sia saranno espressi sia la corte dei Conti che la commissione centrale della finanza del ministero, al piano di rientro economico, comunemente chiamato predissesto.

L’intervento di Flamini Sul momento che vive la città interviene anche il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini con una nota. «Credo che questa città debba uscire dall’immobilismo in cui si trova ormai da tempo. Il mio è un appello al senso di responsabilità che, in questo scenario di grande difficoltà, deve prevalere in ognuno di noi, soprattutto in chi ha l’onore e l’onere di guidare a tutti i livelli istituzionali questo territorio. L’aggravarsi della situazione finanziaria del Comune di Terni, unito ad una crisi di governance amministrativa, non fa altro che produrre ulteriori effetti negativi sulla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese. Auspico quindi che le ragioni principali che interessano la città siano prevalenti rispetto a questioni interne che poco interessano chi giornalmente è impegnato nel proprio lavoro. In questo momento occorre che chi ha l’onere di guidare la città vada avanti, affrontando tutta una serie di questioni vere, di cui le opportunità derivanti dall’attivazione dell’Area di Crisi Complessa, la Città dello Sport e la Città della Salute sono solo le più rilevanti. Ma anche quelle quotidiane che comunque interessano i cittadini e le imprese, i quali non hanno più il tempo di aspettare».

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