Leopoldo Di Girolamo

di F.T.

Critiche rispedite al mittente, con tanto di nomi e cognomi. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo interviene a gamba tesa nella diatriba sulla concessione dei giardini pubblici della Passeggiata per la festa del Pd. Il primo cittadino parla di «polemica pretestuosa» e replica con una lunga nota.

La premessa «La Passeggiata non è una specie di museo da vivere passivamente». La riflessione parte da qui, con il sindaco che elenca tutta una serie di manifestazioni svolte all’interno di spazi pubblici: «dal Cantamaggio alla Mille Miglia, fino alla Tirreno-Adriatico 2012, alla notte bianca e all’archery village per i campionati europei di tiro con l’arco». Una politica che, per il primo cittadino, «porta vantaggi alla città e ai suoi operatori economici».

Nessun vincolo Scontato, ma non troppo: tutto deve svolgersi nel pieno rispetto delle leggi. «Quest’anno e ancora più del solito – afferma Leopoldo Di Girolamo – abbiamo realizzato, sotto la guida attenta dell’assessore Bencivenga, un percorso fatto di trasparenza e responsabilità. Anche se, come ribadito dalla soprintendenza, la Passeggiata non è sottoposta ad alcun vincolo architettonico, archeologico o paesaggistico».

Le bordate «A questo comportamento serio si sta contrapponendo una canea di insinuazioni, insulti e violenze verbali». Ecco allora spuntare la ‘lista’: «in primo luogo il consigliere comunale Enrico Melasecche che pensa di imporre le proprie idee attraverso minacce, esposti, denunce ed è arrivato a denigrare i rappresentanti della soprintendenza che esercitano la loro funzione istituzionale in totale autonomia e trasparenza».

Nel mirino Nella nota – pubblicata sul sito istituzionale del comune di Terni – il sindaco ne ha anche per Francesco Bartoli («da tempo ha perso la veste di rappresentante di categoria e sempre più si muove come soggetto politico, usando come armi la calunnia, l’insulto, la minaccia») e per Italia Nostra: «da quando è rappresentata da Andrea Liberati, prima collaboratore politico di Melasecche e poi promotore di una lista civica a suo sostegno, sta sempre più assumendo la veste di pregiudiziale oppositore politico a questa amministrazione».

Diocesi Ma la replica per certi versi più ‘piccata’ è indirizzata a don Claudio Bosi, direttore dell’ufficio culturale della diocesi, il cui comportamento viene definito «singolare». Al primo cittadino non è andata giù la lettera con cui il sacerdote, insieme al Wwf e alla stessa Italia Nostra, ha denunciato i danneggiamenti del patrimonio ecclesiastico a un anno dai presunti fatti. «Attraverso i vigili urbani, il comune ha sempre assicurato una costante sorveglianza – precisa il primo cittadino – e chi è venuto meno ad un corretto comportamento civico è proprio don Bosi che non ha denunciato i presunti danneggiamenti nei modi e nei tempi giusti, come sarebbe stato suo dovere». Fine delle trasmissioni, non prima dell’auspicio di ritrovare «un clima di rispetto e di convivenza civile». Troppo tardi?

Italia Nostra La prima risposta, a stretto giro, è quella di Andrea Liberati di Italia Nostra che scrive una lunga lettera direttamente al sindaco: «la mia storia dimostra che non sono soldatino di nessuno e di nessun partito, mentre lei – rivolgendosi al primo cittadino – rivela di esserlo ancora, pur nell’età matura. Io posso rivendicare la libertà di affermare che il posto scelto per la festa Democratica è sbagliato, mentre lei – sempre rivolto al sindaco – antepone ragioni di partito a quelle culturali». Andrea Liberati interviene poi in difesa di don Bosi: «la parola dei chierici infastidisce chi era abituato a trattare la diocesi come propria appendice e, quanto alle ‘oscure’ ragioni per cui i danni vengono denunciati solo oggi, dovrebbe prendere contatti con il precedente direttore tecnico». Assestato il colpo, l’esponente di Italia Nostra chiede al sindaco «un’operazione verità, visti gli intrecci, emersi sulla stampa e nei vari fronti aperti in Procura, tra alcuni ex dirigenti diocesani, consulenti, imprenditori, politici connessi a vario titolo con la passata e presente amministrazione».

Diffida Intanto il consigliere di Confimpresa, Francesco Bartoli, annuncia di aver inviato lunedì mattina al Comune una diffida ad adempiere «in cui abbiamo chiesto la revoca delle autorizzazioni relative alle due sagre del partito Democratico il cui fine è palesemente lucrativo». Bartoli parla di «atto dovuto, consequenziale all’esposto presentato in procura lo scorso 16 agosto e agli accertamenti amministrativi successivi». Rispetto alla nota del sindaco, che lo chiama in causa direttamente, il rappresentante di Confimpresa parla di «toni da ultras della politica» e critica l’uso del sito web del Comune «che è pagato da tutti e utilizzato anche in questo caso per denigrare, calunniare e insultare».

Melasecche Anche il capogruppo dell’Udc in consiglio comunale replica al sindaco, parlando di «attacco becero, violento, quasi fisico.  Non una idea, non una risposta alle tante domande, non una minima apertura di approfondimento sui non pochi problemi, molto seri, posti da tutti coloro che sono intervenuti nel dibattito in corso». E ricordando a Di Girolamo, con un pizzico di perfidia, «le due interrogazioni sulla Passeggiata giacenti in consiglio comunale dal 31 maggio e dai primi di luglio, su cui lo stesso Giorgio Finocchio, presidente del consiglio, Pd, l’ha inutilmente sollecitata a rispondere». Enrico Melasecche chiede poi al sindaco se «pensa  di intimorire qualcuno nell’armare la penna dell’avvocato Gubbiotti, giovane militante del Pd, consigliere provinciale, eletto senza preferenze nel listino, per colpire, con un certo stile da guerra fredda, coloro che le appaiono rei di ragionare con la propria coscienza ed i valori che poi dovrebbero essere i suoi».

Tosap Michele Rossi (Udc) si rivolge invece direttamente ai Democratici e chiede di sapere «dove sono i 20 mila euro di Tosap (occupazione suolo pubblico, ndR) che il segretario Delli Guanti afferma di aver pagato per la festa di quest’anno». Rossi parla di «bugie dalle gambe corte e di cifre molto lontane dalle dichiarazioni fatte». Secondo le verifiche dell’esponente Udc, «per il 2010 il Pd ha pagato circa 5 mila euro, per l’anno 2011 e 2012, rispettivamente, circa 9 mila euro. Ai cittadini – aggiunge – vengono chiesti 3,87 euro al metro quadro per un giorno di occupazione, ma per una serie di agevolazioni (-80% per iniziativa politica, -50% se si superano i 30 giorni di occupazione, in più le superfici al disopra dei 1000 mq vengono conteggiate al 10%) in questo caso si passa all’irrisorio valore di 0,38 euro al metro quadro per ciascun al giorno di occupazione».

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