di Massimo Colonna

«Come già annunciato, oggi ufficializzo le mie dimissioni». E’ l’ultima volta per il presidente Leopoldo Di Girolamo seduto sul suo scranno di Palazzo Bazzani a capo della Provincia. Nei giorni scorsi lui stesso aveva inviato una lettera ai consiglieri per motivare la sua decisione e giovedì pomeriggio ha messo la firma sull’atto che ora passa agli archivi. Adesso per la Provincia si apre una fase ancora nuova, che potrebbe cambiare forse in maniera definitiva con il voto sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

La decisione E così in apertura di seduta il presidente Di Girolamo ha confermato la sua volontà, facendo riferimento «alle difficoltà di gestire un ente come la Provincia in questa situazione di incertezza economico-finanziaria e ai meccanismi per l’elezione dei presidenti e dei consigli. C’è un’asincronia fra la durata in carica del presidente (quattro anni, ndr) e quella dell’assemblea (due anni, ndr). Con le dimissioni si consente di eleggere tutti insieme, cercando di evitare il rischio che il presidente appartenga alla coalizione politica che lo ha eletto in precedenza e il consiglio ad una maggioranza diversa. Mi auguro – ha concluso il presidente – che il mio successore ed il nuovo consiglio provinciale possano trovare condizioni migliori per poter esprimere le grandi potenzialità che questo ente possiede».

Il bilancio Il vice presidente Giampiero Lattanzi ha sottolineato «il senso delle istituzioni del presidente di Girolamo» e lo ha ringraziato per il lavoro svolto. Ancora Lattanzi ha poi informato che la prossima settimana si svolgeranno in Regione una serie di incontri «per cercare di chiudere il bilancio 2016 e lasciare un ente in regola con i conti». Quella finanziaria è una delle partite più importanti infatti per gli organi provinciali di tutta Italia dopo i tagli degli ultimi anni. Nei mesi scorsi infatti Palazzo Bazzani ha già approvato il predissesto per il 2015 e ora le attenzioni degli amministratori sono per i conti del 2016. Per questo sono in programma diversi incontri con esponenti della Regione per capire quali soluzioni potranno essere trovate. Nel caso in cui si arrivi ad una soluzione, è stato detto durante il consiglio, si convocherà una seduta straordinaria. Anche perché dal momento dell’ufficialità delle dimissioni del sindaco ci sono venti giorni entro cui l’atto diventerà operativo. Con le prossime elezioni che di legge potranno essere organizzate entro il 17 gennaio.

Il referendum Ma sul futuro dell’ente pesa anche il voto del prossimo referendum. Nel caso di vittoria del sì infatti la riforma costituzionale prevede la cancellazione definitiva dell’istituto delle Province dalla carta costituzionale. A quel punto lo Stato si sgancerebbe in maniera definitiva da questi enti che andrebbero verosimilmente ad essere inglobati dalla Regione, diventando di fatto un organismo di rappresentanza di secondo grado, come ad esempio una comunità montana o un consorzio. Nei piani questa rivisitazione dovrebbe far rientrare le Province nel discorso dell’area vasta. Durante il consiglio poi il consigliere Giuseppe Germani, dopo aver ringraziato il presidente Di Girolamo, ha sottolineato le difficoltà economico-finanziarie della Provincia, inserendole in un contesto di criticità «che purtroppo riguarda anche molti altri enti locali». Manuela Beltrame ha ricordato come «noi consiglieri abbiamo fratto politica vera, in questi anni senza percepire nessun emolumento. Il presidente poteva aspettare a dimettersi e invece ha voluto staccare la spina prima della scadenza naturale».

@tulhaidetto

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