L'inceneritore Acea di Terni

«No a ipotesi di conversione, modifica e ampliamento del ciclo di termovalorizzazione per gli impianti esistenti e per un nuove centrali di termovalorizzazione». Dopo la denuncia del comitato No Inceneritori, convinto che la Regione abbia indicato nell’impianto Acea-Aria di Terni il sito in cui bruciare tra 32 mila e 70 mila tonnellate di rifiuti umbri, e la smentita arrivata dall’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini, a parlare sono i consiglieri comunali democratici Valeria Masiello e Sandro Piccinini che si dicono «enormemente confortati dalla presa di posizione stringente con cui Palazzo Donini ha prontamente riconfermato la netta volontà a non autorizzare alcun ulteriore inceneritore sostenendo una netta e totale contrarietà». Nella mattinata di domenica è poi intervenuto anche il consigliere di Forza Italia, Francesco Ferranti, che sul solco di quanto affermato dal comitato e poi smentito dalla Regione si è detto «preoccupato che l’impianto di Acea sia stato indicato dalla Regione al governo come sito per bruciare rifiuti solidi urbani».

Masiello e Piccinini (Pd) Mentre resta convocato per martedì alle 15 di fronte alla Prefettura il presidio organizzato dal comitato, i due esponenti di maggioranza di Terni in una nota stampa affermano: «Ci uniamo in toto alle affermazioni dell’assessore Cecchini, ribadendo che la città non è nelle condizioni di subire ulteriori elementi che possano minare ulteriormente la qualità dell’aria, minata già da lunghi periodi di superamento del valore limite del pm10. Nel rispetto di tutte le istituzioni e dei soggetti preposti, riteniamo fondamentale confermare, come già fatto dal Comune di Terni e dalla Regione, una posizione netta e incontrovertibile rispetto a ogni ipotesi di conversione, modifica e ampliamento del ciclo di termovalorizzazione per gli impianti esistenti e per un nuove centrali di termovalorizzazione, invitando anche a non alimentare tra i cittadini allarmismi e polemiche pur se legittimi e comprensibili. La salute del nostro territorio e di tutti i cittadini è e deve rimanere un punto fermo, non negoziabile e di vitale rilevanza, per coloro che sono chiamati a rappresentare e dirimere problemi, istanze e diritti nelle sedi istituzionali e nella politica».

Domenica mattina sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo Ferranti: «Recentemente abbiamo interrogato il sindaco di Terni in relazione a chiarimenti su cosa venisse bruciato nei due inceneritori di Acea e ex Printer. Da anni chiediamo studi approfonditi affidati a istituti autorevoli esterni per chiarire il reale quadro ambientale in questo territorio, purtroppo la situazione è critica e il fatto che il sindaco come massima autorità in campo sanitario abbia depositato un parere negativo in conferenza dei servizi solo sull’inceneritore Printer appare un atto insufficiente. Nel territorio ternano a causa dell’insistenza delle industrie e della caratteristiche geografiche non sono ipotizzabili altre speculazioni in campo ambientale, legate ai rifiuti. Il fatto che il sindaco non abbia espresso un parere negativo anche sul termovalorizzatore dell’Acea e il fatto che questo impianto sia indicato dalla Regione al governo come sito per bruciare rifiuti solidi urbani preoccupa fortemente. L’esperienza di Terni pattumiera dell’Umbria fu già sperimentata ai tempi dell impianto dell’Asm poi chiuso e smantellato e oggi non si può ripercorrere quella strada. Il Pd a livello regionale e provinciale deve prendere una posizione netta e chiara e dire no all’irresponsabile e inadeguata richiesta del governo Renzi, lo Sblocca Italia vuol dare impulsi all’economia ma questo non può avvenire danneggiando la salute dei cittadini e in barba a danni ambientali».