di Ivano Porfiri, Maurizio Troccoli e Daniele Bovi
È Francesca Di Maolo il jolly che mette d’accordo Movimento 5 stelle e Partito democratico come candidata alla presidenza della Regione scelta per guidare il “patto civico”. Fonti del Movimento 5 stelle la danno come candidata unitaria e da quanto raccolto da Umbria24, è il nome che mette d’accordo i 5s e il Pd. Anche se in tarda serata i 5s frenano sottolineando come la trattativa continui: sarebbe Di Maolo ad aver chiesto tempo per sciogliere la riserva. E infatti Di Maolo, intercettata sabato ad Assisi a margine di uno degli appuntamenti del «Cortile di Francesco», non ha voluto commentare: «Nulla da dichiarare, è il momento della riflessione».
Sì al «patto» Una candidatura, in caso, di forte stampo “francescano” la sua, radicatissima nel sociale. Intanto nella serata di venerdì il Movimento 5 stelle ha approvato il “patto civico per l’Umbria” col 60,9%. «Molto bene il risultato su Rousseau – commentano fonti del M5s -. Ora chiudiamo sul nome del candidato presidente e liberiamo l’Umbria dalla sola politica. I partiti facciano un passo indietro e gli umbri facciano un passo in avanti». Le fonti riportate dalle agenzie riferiscono anche la soddisfazione di Di Maio.
Zingaretti fiducioso «Sull’Umbria sono fiducioso – scrive il segretario Pd Nicola Zingaretti -. Ci sono le condizioni con lo sforzo di tutti per arrivare a una forte candidatura, unitaria e competitiva per il bene di quella bellissima terra orgoglio di tutta l’Italia».
Sulll’Umbria sono fiducioso. Ci sono le condizioni con lo sforzo di tutti per arrivare a una forte candidatura, unitaria e competitiva per il bene di quella bellissima terra orgoglio di tutta l’Italia
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) September 20, 2019
Candidatura francescana Dopo la “caduta” di Andrea Fora per volere dei 5 stelle, l’obiettivo era stato puntato proprio su Assisi, visitata oggi da Di Maio. Una sortita per parlare di Libia, ma che evidentemente era funzionale anche ad altro. Non per incoronare, tuttavia, la sindaca Stefania Proietti, il cui nome è finito al centro di un gioco tattico tra M5s e Pd, bensì probabilmente per incontrare una esponente del mondo cattolico come Di Maolo che richiama molti dei valori incarnati da Fora, con il quale non è escluso possa dare vita a un ticket. Una donna forte, con grandi doti umane e capacità comunicative, che può piacere ai pentastellati. «Io credo che tutta la politica italiana ed europea debba trarre spunto dagli insegnamenti di San Francesco – ha detto Di Maio oggi nella città serafica – e anche seguire il suo esempio nell’umiltà. Tutti noi pecchiamo di poca umiltà, però quando vieni e respiri l’aria di Assisi ti ricordi che il più grande valore dell’uomo è proprio l’umiltà».
VIDEO – DI MAIO ‘DRIBBLA’ PROIETTI
L’esperimento L’ingresso in scena della Di Maolo rende ancora più chiaro il quadro politico e il senso dell’appuntamento di fine ottobre, che manda in archivio il ‘tradizionale’ confronto centrosinistra-centrodestra; la linea di frattura oggi è diversa: da una parte ci sarà un destra-centro trainato da Lega e Fdi, con Fi in un ruolo subordinato, mentre dall’altra un rassemblement, un riflesso difensivo nato grazie all’harakiri di Salvini, che ha reso possibile l’alleanza Pd-M5s anche in Umbria e trasformato il piccolo Cuore verde nel primo elettrocardiogramma del nuovo governo giallorosso. Una ‘cosa’ nuova dove un ruolo di primo piano lo giocano, come evidente, i vertici della Chiesa, da tempo in rotta contro chi cerca di aggregare le aree del tradizionalismo ostili al papato di Bergoglio. Insomma, per capire la partita umbra va inserito anche questo elemento.
Chi è Francesca Di Maolo, avvocato assisano di 48 anni, sposata con una figlia di 20 anni e laureata in Giurisprudenza all’Università di Perugia, dal 2013 è presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, un centro sanitario di eccellenza nato nel 1871, diretto da un Ente Ecclesiastico senza scopo di lucro che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Dal 2017 Di Maolo guida anche dell’Aris Umbria, l’associazione che riunisce e rappresenta istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ospedali classificati, presidi ospedalieri, case di cura e centri di riabilitazione, impegnate nella rigorosa tutela della vita e della dignità della persona.
Amore e complessità Pochi giorni fa il Serafico ha compiuto 148 anni. «Il nostro fondatore, San Ludovico da Casoria, frate francescano, venne ad Assisi per fondare un’opera di carità da dedicare a San Francesco – scrive Di Maolo su Facebook -. Il Serafico fu fondato il 17 settembre, non un giorno qualunque, ma un giorno memorabile, quello in cui San Francesco ricevette le stimmate, quelle stesse che, secondo San Ludovico, avrebbero dovuto proteggere i nostri ragazzi piagati nella carne e a volte nell’anima. Oggi la missione del Serafico non è mutata dalle sue origini: rendere piena la vita di bambini e ragazzi disabili. Il Serafico non è un’Opera che appartiene a chi ci lavora, ma a tutta la comunità ed è per questo che il Serafico dopo 148 anni fiorisce ancora: è qui a dimostrare che l’Amore è sempre più forte di qualsiasi complessità».